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L'Audi vince la 24 Ore più combattuta della storia!

La R18 TDI di Treluyer-Lotterer-Fassler batte di soli 13 secondi la tripletta della Peugeot

L'Audi vince la più bella 24 Ore di Le Mans della storia, incalzata fino all'ultimo giro dalla migliore Peugeot. Il successo è andato alla R18 TDI superstite, dopo che quelle di McNish e Rockenfeller sono uscite di scena in drammatici incidenti. L'equipaggio formato da Treluyer-Lotterer-Fassler ha meritato il successo nella maratona della Sarthe, che si è corsa al ritmo di un Gran Premio nell'arco delle 24 Ore e che ha coperto la distanza percorrendo 355 giri con un margine finale di soli 13 secondi! Una sfida fantastica che ha tenuto i quasi 250 mila spettatori ai bordi della pista francese in un susseguirsi di colpi di scena. L'Audi ha schierato una vettura totalmente nuova certamente più prestazionale della 908 HDI, ma anche più assetata di carburante: in pista si sono un po' ribaltati i ruoli rispetto allo scorso anno, quando erano le biposto francesi a dettare il passo di gara, mentre quelle tedesche badavano alla regolarità delle prestazioni e ad allungare i pit stop. Alla Peugeot di Bourdais-Lamy-Pagenaud non sono bastate tre soste in meno (28 contro 31) per mettere in crisi la supremazia della R18 TDI. È stata una sfida appassionante che ha messo in risalto la maturità di Benoit Treluyer, il giovane francese che corre con la licenza giapponese e che nella notte ha costruito una parte importante della vittoria allungando i suoi stint di gara consecutivi per quasi quattro ore. È una 24 Ore di Le Mans che si è completata solo sotto la bandiera a scacchi e si è evitata la tradizionale parata che da sempre contraddistingue l'ultimo giro d'onore con due vetture racchiuse in pochi secondi. L'Audi, guidata dall'abile condottiero Wolfgang Ullrich, ha messo in scacco tre Peugeot 908 HDI. Al terzo posto si è classificata la vettura di Sarrazin-Montagny-Minassian, staccata di due giri davanti alla vettura gemella di Davidson-Wurz-Gené piazzata a quattro giri. L'Audi ha vinto perché ha avuto il coraggio di osare, tenendo le gomme slick quando piovigginava, mentre i francesi hanno sempre scelto tattiche più conservative che alla fine non hanno pagato. La Casa transalpina potendo disporre di un attacco a tre punte forse poteva osare qualcosa di più, nel tentativo di mettere i bastoni fra le ruote ai tedeschi, rinunciando magari all'ostruzionismo piuttosto sfacciato che si è visto più volte nei doppiaggi. Spaventosi gli incidenti che hanno visto protagonisti Rockenfeller e McNish: vetture distrutte, ma piloti praticamente incolumi. Mike ha voluto essere al podio per festeggiare il successo dei colleghi e ha chiesto di essere dimesso dall'ospedale di Le Mans dove era ricoverato solo per precauzione. Da segnalare il sesto posto assoluto della Lola-Toyota della Rebellion Racing che si è aggiudicata il ruolo di migliore LMP1 a benzina ed ha sfruttato il ritiro a due ore dalla fine della Pescarolo: l'affermazione è andata all'equipaggio di Prost jr-Jani-Bleekemolen. In LMP2 successo della Zytek Nissan della Greaves Motorsport di Ojjeh-Kimber-Smith-Lombard davanti alla Oreca-Nissan della Signatech con Ayari-Mailleux-Ordonez e alla Lola-Honda della Level 5 Motorsport di Bouchut-Tucker-Barbosa. Appassionante anche la sfida nella classe GTE-Pro dove la Chevrolet Corvette C6 Z ufficiale di Garcia-Beretta-Milner ha avuto la meglio della Ferrari 458 dell'AF Corse di Fisichella-Bruni-Vilander. L'equipaggio italiano ha cercato di recuperare nel finale dopo aver accusato problemi alla frizione e ad un calo di motore . Al terzo posto si è inserita la BMW M3 di Priaulx-Muller-Hand, mentre ha deluso le aspettative la Porsche che non è mai stata in gara. Nella classe GTE-Am doppietta della Larbre Competition che ha portato al successo la Chevrolet Corvette C6 ZR1 di Gardel-Bornhauser-Canal davanti alla Porsche 911 RSR di Belloc-Bourret-Gibon. 24 Ore di Le Mans - Classifica finale

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