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Ghiotto a piedi? Una vergogna per lo sport tricolore!

Il 20enne di Arzignano, secondo in GP3, non è stato scelto da Red Bull e FDA. Che prospettive ci sono per i nostri talenti?

Il vincitore Luca Ghiotto, Trident festegia la sua vittoria sul podio

Il vincitore Luca Ghiotto, Trident festegia la sua vittoria sul podio

GP3 Series Media Service

Luca Ghiotto, Trident
Luca Ghiotto, Trident
Gara 2 il vincitore Luca Ghiotto, Trident
Gara 2 il vincitore Luca Ghiotto, Trident
Gara 2 il vincitore Luca Ghiotto, Trident
Gara 1, il vincitore Luca Ghiotto, Trident
Luca Ghiotto, Trident
Luca Ghiotto, Trident
Luca Ghiotto, Trident
Podio gara 2: secondo Esteban Ocon, il vincitore Marvin Kirchhofer, ART Grand Prix e il terzo Luca G
Luca Ghiotto, Trident

Luca Ghiotto è a piedi. L’Italia da corsa non riesce a dare una continuità sportiva ai suoi talenti. Che vergogna! La Red Bull ha ufficializzato i nomi nuovi dello Junior Team 2016 che comprende Luis Reed (australiano), Nico Kari (finlandese) e Sergio Sette Camara (brasiliano), ma non il 20enne di Arzignano, secondo classificato nella GP3 alle spalle di Esteban Ocon, il francese che la Mercedes ha già “blindato” con un contratto.

Sembra svanita anche la possibilità che Luca possa entrare nella FDA, visto che Maurizio Arrivabene sta ridisegnando la Ferrari Driver Academy affidandola all’ex team manager della Scuderia, Massimo Rivola con obiettivi e strategie diverse da quelle portate avanti fino ad oggi dal marchio del Cavallino.

Insomma Luca Ghiotto aveva due… assi da giocare e si è trovato inaspettatamente con le mani vuote. Red Bull e Ferrari non hanno deciso di investire su un giovane che alla prima stagione completa in GP3 ha condotto la classifica del campionato fino all’ultimo appuntamento, battuto solo dal pilota pre-destinato al Circus che viene allevato da Toto Wolff.

Può essere una colpa aver perso il titolo solo all’ultima gara di Abu Dhabi? Certamente no. Cinque vittorie e cinque pole position oltre a nove giri più veloci non si possono cancellare come un colpo di spugna. Il pilota della Trident si trova nella brutta situazione di essere a piedi, proprio nel momento in cui sembrava di poter… agganciare un sogno. Come mai i piloti italiani non trovano uno sbocco verso il professionismo come meriterebbero?

Domani a Brindisi ci sarà un vertice fra gli uomini dell’ACI Csai per definire i piani del prossimo anno e fra i temi in discussione dovrebbe esserci anche il Team Italia del quale Ghiotto ha fatto parte nel 2015. Il veneto, infatti, ha potuto contare su un contributo della Federazione Italiana per partecipare alla GP3, proprio come Raffaele Marciello aveva ottenuto un sostegno per correre in GP2.

La Trident ha potuto disporre di 350 mila euro per far gareggiare i due giovani tricolori: “briciole” per comporre un budget nella serie cadetta, ma si è pur sempre trattato di un importante supporto per far crescere i nostri talenti nel mondo delle corse internazionali.

Il papà di Luca, che gli fa un po’ da manager, non si vuole arrendere: vuole comunque raccogliere gli sforzi per cercare di finanziare il salto in GP2, mentre altri consigliano a Ghiotto di guardarsi attorno, cercando magari un’alternativa nelle serie GT dove sono impegnate le Case ufficiali.

Certo che un 20enne sia costretto a scelte senza via di ritorno dopo una stagione fantastica testimonia che c’è qualcosa che non quadra: non si possono “bruciare” i nostri talenti più meritevoli. Non ne nascono tutti i giorni e non si può sterilizzare una scuola che non è più in grado di portare un conduttore in Formula 1.

Bisognerà trovare delle soluzioni concrete utili a preservare i nostri ragazzi. Probabilmente Ghiotto avrà commesso qualche errore (al di fuori delle piste) che hanno complicato il suo cammino, ma la “selezione” adesso comincia prima della GP2 che è la finestra sul Circus. E la partita si fa sempre più difficile…

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