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Marquez ancora in evidenza a Jerez, Laverty finisce ko

Frattura del radio sinistro per il pilota della Ducati Aspar. A terra anche Pirro, ma è ok. 12 piloti in pista oggi

Marc Marquez e Dani Pedrosa, Repsol Honda Team

Foto di: Repsol Media

Eugene Laverty, Aspar Team
Scott Redding, Marc VDS Racing Honda and Eugene Laverty, Aspar Team MotoGP Honda and Hector Barbera,
Eugene Laverty, Aspar MotoGP Team
Eugene Laverty, Aspar MotoGP Team
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing and Michele Pirro, Ducati Team
Michele Pirro, Ducati Team e Stefan Bradl, Aprilia Racing Team Gresini e Danilo Petrucci, Pramac Rac
Michele Pirro, Ducati Team

Le squadre ed i piloti di MotoGp stanno continuando a cercare di prendere le misure alle nuove gomme Michelin ed all'elettronica 2016 a Jerez de la Frontera. Rispetto alle oltre 20 cadute in due giorni viste a Valencia, in Andalusia sono stati fatti dei passi avanti, ma ne sono bastate tre per lasciare il segno.

A quella di ieri di Dani Pedrosa si sono aggiunte quelle odierne delle Ducati di Eugene Laverty e Michele Pirro, con il nordirlandese del Team Aspar che ha avuto la peggio: nella scivolata avvenuta alla curva 7 ha infatti riportato la frattura del radio del braccio sinistro, con il sospetto che debba anche sottoporsi ad un intervento chirurgico. Nessun problema fisico invece per il collaudatore della Casa di Borgo Panigale, ma solo un po' di lavoro sulla GP15 per i meccanici.

Passando a quanto si è visto in pista, il più veloce è stato nuovamente Marc Marquez (i tempi comunque sono ufficiosi, perché le moto non montavano i transponder neppure oggi), sceso sino a 1'39"57 nel migliore dei suoi 58 giri. Oggi lo spagnolo si è concentrato sulla messa a punto dell'elettronica unica, cercando di mapparla soprattutto per la versione 2016 del propulsore della RC213V. Questo è stato un lavoro che però lo ha obbligato a lunghe soste ai box, perché l'elettronica richiede molto tempo. Anche perché in casa HRC devono ancora comprendere al meglio il comportamento del nuovo propulsore.

53 invece le tornate completate da Dani Pedrosa, che è rimasto ancora al di sopra della soglia dell'1'40". Quest'ultimo ha fatto un importante lavoro comparativo tra il motore 2015 e quello 2016, trovando dei miglioramenti significativi anche dal punto di vista del software unico Magneti Marelli.

In pista si sono viste anche le due Ducati Desmosedici GP del Pramac Racing. Sia Danilo Petrucci che Scott Redding sono scesi ufficiosamente sotto al muro dell'1'40" ed entrambi hanno fatto prove di set-up, cercando di adattare la moto al nuovo software ed alle gomme Michelin (utilizzando anche diverse mescole). Domani il pilota italiano dovrebbe tentare anche un time attack. Le Ducati in ogni caso hanno avuto il gran predominio numericamente in questa giornata, perché oltre ai già citati Pirro e Laverty erano presenti anche le GP14.2 di Yonny Hernandez (Aspar), Loris Baz ed Hector Barbera (Avintia).

Secondo giorno di lavoro nel box Aprilia, nel quale Alvaro Bautista e Stefan Bradl hanno provato alcune soluzioni interessanti per quanto riguarda l'anteriore, coadiuvati nel lavoro anche dal collaudatore Mike Di Meglio, con lo scopo di adattare le RS-GP alle Michelin. Lo spagnolo si è lamentato di un grip leggermente inferiore al posteriore rispetto a Valencia, mentre il tedesco ha cominciato a familiarizzare anche con il nuovo software. Un lavoro che approfondirà domani.

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