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Iannone, un sorpasso di lesa maestà a Valentino?

I tifosi di Rossi stanno insultando il Ducatista per i tre punti "rubati" a Phillip Island. Non è giusto attaccare Andrea...

Andrea Iannone, Ducati Team e Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Le belle modelle del Monster Yamaha Tech 3 team
Andrea Iannone, Ducati Team and Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Tifosi di Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Andrea Iannone, Ducati Team hits a seagull
Marc Marquez, Repsol Honda Team e Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Podio: il vincitore Marc Marquez, Repsol Honda Team, secondo Jorge Lorenzo, Yamaha Factory Racing, t
Start: Andrea Iannone, Ducati Team leads
Andrea Iannone, Ducati Team
Andrea Iannone, Ducati Team, investe un gabbiano
Andrea Dovizioso, Ducati Team, durante la conferenza stampa
Jorge Lorenzo, Yamaha Factory Racing, davanti a Marc Marquez, Repsol Honda Team e Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Marc Marquez, Repsol Honda Team, Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing, Andrea Iannone, Ducati Team
Andrea Iannone, Ducati Team
Andrea Iannone, Ducati Team
Podio: terzo place Andrea Iannone, Ducati Team
Andrea Iannone, Ducati Team
Podio: il vincitore Marc Marquez, Repsol Honda Team
Andrea Iannone, Ducati Team

Il fattore X. Bisognerà chiamarlo così. La MotoGP ha pescato un altro jolly: dopo Dani Pedrosa che ha sparigliato i giochi a Motegi, è stato Andrea Iannone a scombinare le gerarchie a Phillip Island. Gli “incursori” sono ormai la variabile impazzita di questo Motomondiale che aggiunge a ogni appuntamento un volto diverso che contribuisce a renderlo leggendario, da ricordare negli annali delle corse. E del resto non poteva che essere uno che si definisce “The Maniac Joe" a trafiggere con la sua “Frecciarossa” Marc Marquez e Valentino Rossi in un colpo solo, freddando due campionissimi quasi fossero fermi con una manovra che resterà stampata nei ricordi degli appassionati. Andrea con il terzo podio stagionale (terzo al debutto nel factory team di Borgo Panigale e secondo al Mugello nel Gp d’Italia) ha “rubato” tre punti mondiali al Dottore che si ritrova con undici punti di vantaggio su Jorge Lorenzo a due Gran Premi dalla fine.

LA DUCATI GUIDATA IN MODALITÀ STONER
Iannone ha dato la misura di cosa possa essere la Ducati Desmosedici GP15 se guidata in modalità Casey Stoner. Il vastese ha cavalcato la Rossa come se ogni giro fosse l’ultimo, rischiando spesso il contatto che lo avrebbe trasformato in un “cretino” anziché nel “fenomeno” che abbiamo ammirato in Australia. Che Andrea non temesse la sudditanza psicologica di Marc Marquez lo avevamo già capito quando i due si scarenavano in Moto2, ma non pensavano che l’abruzzese riuscisse a rendere un po’ meno invulnerabile Valentino Rossi.

VALENTINO HA CERCATO DI EVITARE I GUAI
Il Dottore, su una pista che lo ha sempre ripagato per le sue imprese, per tutti è il grande sconfitto di domenica: per la seconda volta in tre gare ha subito un sorpasso nel finale di gara, quando è sempre stato quello che gli attacchi risolutivi li faceva. Questi “segni” rischiano di minare l’invulnerabilità del migliore di tutti? Il Tavulliese, un “cecchino” capace di andare oltre il limite della propria moto quando serve, questa volta ha deciso di non correre rischi, accontentandosi di un quarto posto che lo ha tenuto giù dal podio. Una scelta, per quanto obbligata. Un episodio che potrebbe avere dei riflessi iridati.

IANNONE HA RUBATO TRE PUNTI AL DOTTORE?
E se Valentino dovesse perdere il decimo titolo mondiale proprio per i tre punti “rubati” da Iannone? “Resteremo amici lo stesso!” ha sentenziato Rossi, mostrando uno stile diverso rispetto a Lorenzo che sabato ha piagnucolato perché il “missile” Iannone aveva sfruttato la sua Yamaha come… rampa di lancio per superare il Mamba nero in griglia e insediarsi alle spalle del poleman Marquez, salvo poi congratularsi con Andrea per lo “scippo” di punti al rivale per il titolo. Insomma antipatico al sabato, un amicone la domenica. Troppo comodo…

IL SUICIDIO DEL GABBIANO E LE ALI DELLA ROSSA
Ma cosa avrebbe dovuto fare Andrea? Iannone ha colto solo il terzo giro più veloce in gara dietro a Marc Marquez e Valentino Rossi pagando due decimi allo spagnolo e tre al Dottore. Se voleva regalare un podio alla Ducati doveva sfruttare l’incredibile velocità massima che era in grado di esprimere il quattro cilindri di Borgo Panigale, pur conoscendo i limiti in staccata della Rossa. A testa bassa ha dovuto fare i conti anche con un gabbiano che a volo radente ha voluto suicidarsi sul cupolino della sua Desmosedici GP15. Gli è andata bene, perché se colpiva il casco gli effetti potevano essere diversi. E non bisogna essere gabbiani per avere le ali: la Rossa anche in Australia si è presentata con due doppi flap ai lati della carena per limitare l’impennata in accelerazione e migliorare l’efficienza aerodinamica.

LA DESMOSEDICI A OLTRE 344 KM/H ALLA SPEED TRAP
L’abruzzese ha toccato i 344,4 km/h alla speed trap rifilando 8,4 km/h in velocità massima a Marquez e 7,4 a Valentino e, addirittura, 12,4 a Lorenzo. Valori impressionanti, anche perché a turno tutti viaggiavano in scia uno dell’altro, tranne Jorge che era in testa solitario e l’effetto risucchio avrebbe dovuto sfruttarlo meglio dopo l’attacco chirurgico del campione del mondo in carica. Ma il maiorchino è stato bravo, bravissimo a sfruttare il potenziale della Yamaha per cercare l’allungo nonostante fosse quattro decimi al giro più lento di Valentino (ha pagato il graining sul lato destro della gomma anteriore che si è fatto sentire soprattutto in curva 4 e 10) e mezzo secondo dal vincitore Marquez che ha ottenuto la prestazione migliore nell’ultimo e decisivo giro che ha compreso anche il sorpasso di Lorenzo. Il Dottore, invece, era imbufalito per essere partito settimo in griglia: con questa concorrenza non può fare regali al rivale, ma nella squadra hanno voluto fare esperimenti sulla M1 che si sono rivelati solo delle perdite di tempo…

ANDREA, UN BERSAGLIO DEI TIFOSI BECERI
L’antieroe del giorno resta, quindi, Andrea Iannone (forse Andrea Dovizioso dovrebbe darsi una svegliata…). Eppure le gesta dell’italiano non sono piaciute ai tifosi (quelli più beceri) di Rossi che domenica hanno letteralmente infestato la pagina di Facebook del Ducatista con commenti poco edificanti, contumelie, offese e ingiurie del tutto gratuite. Augurando al vastese di cadere a Sepang purché si tolga di torno! Per non dire di peggio. Valentino non ha bisogno di questi energumeni social: è capace di vincere il decimo titolo con le sue (enormi) qualità.

ROSSI LASCERÀ UN’EREDITÀ MOLTO DIFFICILE
Rossi è l’emblema vivente della MotoGP nel mondo. È l’atleta con un milione di follower più del Papa su Twitter e un milione di fan più di Tom Cruise su Facebook. Ma non c’è solo lui a rappresentare l’Italia nelle due ruote. Proprio Valentino sta allevando in Moto3 una nuova generazione di giovani piloti che avranno il (difficile) compito di prenderne l’eredità. E se nel frattempo c’è chi si conquista un pezzettino di spazio non può essere attaccato gratuitamente per… lesa maestà.

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