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Sainz: "Stiamo lavorando nella giusta direzione!"

Il pilota madrileno è riuscito a fare sua anche la terza tappa del Rally del Marocco. E' sempre più solo in vetta

Carlos Sainz, Peugeot 2008 DKR16

Carlos Sainz, Peugeot 2008 DKR16

Peugeot Media

Sébastien Loeb, Daniel Elena, Carlos Sainz e Lucas Cruz  con la Peugeot 2008 DKR16
#304 Peugeot: Carlos Sainz, Lucas Cruz
Carlos Sainz, Peugeot 2008 DKR16
#304 Peugeot: Carlos Sainz, Lucas Cruz
#304 Peugeot: Carlos Sainz, Lucas Cruz
Sébastien Loeb, Cyril Despres, Carlos Sainz e Stéphane Peterhansel
Carlos Sainz, Peugeot 2008 DKR16
#304 Peugeot: Carlos Sainz, Lucas Cruz
#304 Peugeot: Carlos Sainz, Lucas Cruz
Carlos Sainz, Peugeot 2008 DKR16
Sébastien Loeb, Cyril Despres, Carlos Sainz, Stéphane Peterhansel
#304 Peugeot: Carlos Sainz, Lucas Cruz
#304 Peugeot: Carlos Sainz, Lucas Cruz
#304 Peugeot: Carlos Sainz, Lucas Cruz
#304 Peugeot: Carlos Sainz, Lucas Cruz
Carlos Sainz, Peugeot 2008 DKR16

Gli umori e gli atteggiamenti cambiano, a volte, in un batter d’occhio. Il 6 Ottobre 2015, cerchio rosso sul calendario, la 2008 DKR16 si aggiudica la prima Tappa di un Rally di Coppa del Mondo, Carlos Sainz vince per la prima volta con la Peugeot, e il Team Peugeot Total rompe il ghiaccio, viene catapultato al centro della scena e diventa la Squadra da battere.

Stiamo parlando di ieri. Nel momento del massimo entusiasmo, quasi commovente a significare che, e non poteva essere diversamente, quella prima vittoria vale molto per le Officine di Velizy, la festa esplode per un breve attimo, ma poi viene frenata. I commenti diventano più equilibrati, il profilo più basso. La pietra miliare nella Storia di Peugeot diventa quasi un rito di passaggio e l’ordine di squadra torna a essere quello di rimboccarsi le maniche e andare avanti con il lavoro e il programma. Giusto tutto, tranne il profilo, troppo “nordico”.

Vincere ed esserne entusiasti non contraddice l’imperativo di continuare a lavorare. Anzi. State sicuri che a Parigi i tecnici di Peugeot Sport hanno messo le ali alle… mani, e ingegneri, meccanici e manager, al bivacco di Zagora, idem.

E allora, ad alzare il livello di euforia dei tecnici e dei comunicatori del Team ci pensa Carlos Sainz, l’autore del lancio della nuova 2008 DKR16 nell’orbita delle grandi protagoniste della disciplina e, a giusta ragione, incontenibilmente felice.
L’idea potrebbe essere quella di concedere il bis. In questo modo che anche il perennemente soppesato Bruno Famin, sulle cui spalle poggia tutto la responsabilità del Progetto e, dalla nascita, del futuro della 2008 DKR, possa concedersi un altro attimo di distrazione e di contentezza.

Bene, con il risultato e la vittoria della prima tappa, “scremato” il pool dei pretendenti al successo finale, il Rally del Marocco è diventato il teatro del duello tra Sainz e Al-Attiyah. Sainz parte per primo, un “dovere” per chi ha vinto il giorno prima ma non certo un vantaggio. Al primo controllo di passaggio Sainz è solo sesto, ma l’avversario, che ha bucato subito dopo l’inizio della Speciale, è ancor più indietro. Carlos alza il ritmo e passa al comando, Al-Attiyah è terzo e, sorpresa, al secondo posto c’è Mikko Hirvonen, uno dei nuovi arrivati dal WRC, ma non l’”ultimo arrivato”, inserito nel Team delle Mini, che era davanti allo spagnolo anche al primo passaggio.

Cambiano gli scenari, arriva il tratto di dune, difficile perché è tutto fuoripista, sabbia “molle” e creste “tagliate”, ma il ritmo non scende, e i trenta secondi di vantaggio accumulati fino a quel frangente “lievitano” fino a tre minuti. Nel tratto finale Al-Attiyah rinviene su Hirvonen e i due si scambiano le posizioni. Sainz e la 2008 DKR16 sono già lontani, imprendibili.

È la seconda vittoria consecutiva, il bis, “corroborato” da un vantaggio importante, macroscopico se si tiene conto del breve tratto in cui è maturato, quattro minuti a Al-Attiyah e cinque a Hirvonen. Bello ritrovarsi tra Assi del WRC in testa a un Rally. Ancora più bello l’Asso madrileno della Peugeot al comando, cinque minuti abbondanti davanti all’Avversario, e più di venti dal primo delle… retrovie. Sainz non ha parole, ma ogni volta che lo incroci è un gran sorriso e il pollice alzato.

Al Campo di Zagora erano già tutti pronti per ripartire con la festa, ma non tutto è andato benissimo. Sébastien Loeb, deciso a migliorare il sesto posto della vigilia, forse esagera un filo con l’irruenza. Prima mette su un fianco la 2008 DKR “Original”, quella che ha debuttato alla Dakar 2015 e, evoluta, ha vinto al Silk Road Rally, e a 15 chilometri dall’arrivo si “migliora”, questa volta mettendo la Macchina sul tetto. Lavoro per i Meccanici, e una nuova sosta extra nel deserto in attesa di essere recuperato. Esperienza che cresce!

Sébastien Loeb: “Allo, Bruno? Ho messo la macchina su un fianco!”.
Sébastien Loeb: “Allo, Bruno? Ora l’ho messa sul tetto!”.
Sébastien Loeb: “Allo, Bruno? Ho dato una rapida controllata. Solo una ruota staccata”.
Bruno Famin: “Allo, Seb? Per favore non chiamare più e aspetta il camion che verrà a recuperare te e la nostra macchina!”.

Carlos Sainz: “All’inizio abbiamo scelto di mantenere un ritmo elevato, ma di non esagerare. In fin dei conti è quello che abbiamo fatto anche nella prima Speciale, che non è andata a buon fine solo per una circostanza sfortunata. Abbiamo sempre corso con una certa regolarità, solo che il primo giorno eravamo sempre nella polvere e il ritmo veniva con maggiore difficoltà, mentre nella seconda e terza tappa la situazione si è presentata in modo decisamente migliore. Sono contento della nuova vittoria, due è meglio di una, e due è una conferma dell’indizio importantissimo emerso alle fine della seconda tappa. Un’altra vittoria e una nuova esperienza sulle dune, la macchina va bene anche in questa circostanza di terreno. Sì, decisamente, abbiamo lavorato nella giusta direzione!”.

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