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Parte la marcia di avvicinamento di Sky a Monza

Domani andrà l'intervista fatta a Jacques Villeneuve per "I Signori della Formula 1"

Jacques Villeneuve

Foto di: XPB Images

Maurizio Arrivabene, Ferrari Team Principal con Gino Rosato, Ferrari e Jacques Villeneuve,
Jacques Villeneuve
Jacques Villeneuve (CDN)

Parte domani la grande marcia d’avvicinamento di Sky al Gran Premio d’Italia di Formula 1, in diretta da giovedì 3 a domenica 6 settembre su Sky Sport F1 HD.

Lunedì 31 agosto e martedì 1° settembre, alle ore 20.30, sul canale 207 è andrà in onda una nuova puntata speciale de "I Signori della Formula 1" – divisa in due parti – che introdurrà il weekend più atteso dagli appassionati di tutto il mondo. Protagonista del doppio appuntamento, l’ex campione del mondo e commentatore della F1 su Sky Jacques Villeneuve, tra ricordi privati e di pista.

Nella prima parte, Jacques racconta la sua infanzia e il suo rapporto con il padre Gilles, rivelando anche gli aspetti controversi della loro relazione. Nella seconda, invece, si entra nel passato delle corse, fino alla sfida con Michael Schumacher all'ultima gara del Mondiale 1997, quando i due piloti si giocavano il titolo mondiale.

La sfida tra Schumacher e Villeneuve, infatti, è stata una delle più appassionanti nella storia della Formula 1. In particolar modo, quella gara a Jerez de la Frontera è entrata nei libri di storia dello sport per il tentativo di Schumi di mettere fuori dai giochi Villeneuve e vincere il campionato. Ne "I Signori della Formula 1", Jacques racconterà proprio tutti i retroscena di quella sfida, parlando anche del suo rapporto con Michael.

Di seguito due passaggi della lunga intervista di Jacques Villeneuve ai microfoni di Sky Sport F1 HD:

JACQUES E GILLES
"Non ho mai fatto un misto con mio padre nel mondo delle corse. Non ho mai corso per lui, per continuare la dinastia o per finire quello che lui non aveva potuto finire. È brutto da dire, ma quando ho vinto non ho avuto un pensiero per lui, ero felice per me, per la squadra, per quello che siamo riusciti a fare assieme. Poi l’educazione che ho avuto: mio padre era così, anche lui faceva le cose per se stesso e perché gli piacevano e non per suo padre o per altri ed era la stessa cosa anche per me. Quindi c’è tanta gente che pensa che non avevo rispetto per lui. In molti oggi mi chiamano Gilles. Capisco che c’era questa voglia di vedere Gilles vincere e che io fossi lì solo per continuare quello che lui aveva iniziato. Ma se io avessi reagito così penso che lui non sarebbe stato molto fiero di me. Penso che avrebbe rispettato di più questa mia reazione, piuttosto che sapere che quello che ho fatto è stato solo per lui"

JEREZ, 1997: LA SFIDA CON SCHUMACHER PER IL TITOLO MONDIALE
"Dentro la squadra avevamo l’impressione che ci fosse un po’ di aiuto per la Ferrari, avevamo l’impressione che dovessimo batterci contro il vento, contro corrente. Questa situazione mi ha aiutato ad avere la spinta in più sempre. Sapevo che a Jerez le cose stavano per girare e che Michael l’avevo già battuto. Avevamo tutti il ricordo di come Michael aveva vinto gli altri campionati buttando fuori Damon Hill nel 1996, o anche come aveva vinto a Macao mandando a far sbattere Hakkinen frenando in mezzo al dritto. Lo sapevamo e tutti i giorni si parlava con i giornalisti e mettevamo questo davanti per mettere pressione e per far reagire la FIA. Quindi la FIA, prima della gara, ha detto: se uno, per vincere il campionato, ne butta un altro fuori dalla pista verrà squalificato. Quindi è servito e faceva parte del gioco. L’energia che c’era in questo weekend era palpabile, c’era energia elettrica in tutto il paddock ed era incredibile. Eravamo lì per vincere, non per sperare di lanciare i dadi e vincere. No, eravamo lì per vincere".

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