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Spa, Libere 2: guizzo di Rosberg, poi la gomma ko!

Il tedesco è il più veloce, ma dechappa la posteriore destra della Mercedes in piena velocità

Nico Rosberg, Mercedes, guasto al pneumatico

Nico Rosberg, Mercedes, guasto al pneumatico

XPB Images

Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 Team
Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 Team
Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 W06
Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 W06
Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 Team
Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 W06

Nico Rosberg ci prende gusto: il tedesco si è confermato il più veloce anche nella seconda sessione di prove libere del Gp del Belgio con il tempo di 1'49'385. Le Mercedes sono state le uniche monoposto a stare sotto al muro dell'1'50, rimettendo a distanza Red Bull Racing e Ferrari. Le W06 Hybrid con le gomme Pirelli a mescola Soft hanno dilatato il margine che in mattinata era stato molto più esiguo.

Va detto che sul tracciato che si snoda nei boschi delle Ardenne si è registrata una temperatura insolita (38 gradi dell'asfalto e 23 dell'aria) che ha generato una maggiore usura degli pneumatici. Ne sa qualcosa proprio Nico Rosberg che na patito la pericolosa esplosione della gomma posteriore destra mentre aveva iniziato la simulazione di gara con le gomme Soft. Nico è stato fortunato e bravo nel controllare la sua freccia d'argento che ha cominciato a piroettare sulla pista verso l'insidiosa curva di Blanchimont.

La Mercedes non ha urtato contro le barriere, ma nella violenta frenata ha ceduto anche la gomma posteriore sinistra. Immediata c'è stata l'esposizione della bandiera rossa da parte della direzione gara per spostare la monoposto che si è fermata in una posizione di pericolo.

I tecnici della Pirelli e quelli della Mercedes hanno iniziato a investigare quali possono essere state le cause del botto: non è escluso che il tedesco abbia urtato un detrito, causando lo spettacolare cedimento. Va segnalato che Lewis Hamilton ha accusato un problema in scalata nel cambio, anche se il guiao è stato meno serio di quello che ha patito proprio Rosberg in mattinata.

Una volta ripartita la sessione dopo gli undici minuti di interruzione, c'è stata una seconda bandiera rossa che è stata causata da Marcus Ericsson che ha perso il controllo della sua Sauber all'uscita di Pouhon e ha sbattuto contro le barriere con il lato destro della vettura distruggendo le due sospensioni. Il pilota svedese è uscito incolume dal crash.

Nella lista dei tempi dietro alle Mercedes si confermano le due Red Bull Racing con Daniel Ricciardo davanti al compagno di squadra Daniil Kvyat. L'australiano ha pagato un distacco di sette decimi dal leader con il tempo di 1'50"136, mentre il russo è ad oltre un secondo.

La Ferrari è quinta con Kimi Raikkonen: il finlandese ha centrato un 1'50"461 chenon deve disilludere: è giusto dire che sulla SF15-T era montato il motore del Gp d'Australia che è ormai giunto alla fine del suo chilometraggio e non ha, ovviamente, tutti gli aggiornamenti che sono stati introdotti dal Canada. Sebastian Vettel è addirittura decimo con la seconda Rossa avendo rimediato un distacco di un secondo e mezzo dalla testa, ma il quattro volte campione del mondo ha lavorato molto in funzione della corsa. Le cose miglioreranno domani quando le Ferrari saranno nella giusta configurazione.

Ha stupito il sesto tempo di Nico Hulkenberg con la Force India, davanti a Romain Grosjean autore di un acuto con la Lotus prima di essere costretto a fermarsi in pista con la macchina ammutolita proprio allo scadere della bandiera a scacchi.

In ottava piazza c'è Marcus Ericsson con la Sauber davanti a Felipe Nasr: la C34 ha beneficiato del nuovo motore Ferrari e si è visto, dal momento che la monoposto elventica non aveva grandi aggiornamenti se non nell'ala posteriore.

E' scivolata più indietro rispetto al primo turno la Toro Rosso che è 12esima con Carlos Sainz e 13esima con Max Verstappen, male la Williams che non sembra aver trovato il passo giusto sulla pista di Spa, mentre non c'è stata alcuna riscossa della McLaren-Honda sempre in coda al gruppo. Per fortuna c'è la Manor a chiudere lo schieramento, altrimenti la situazione si farebbe davvero insostenibile per una squadra che è sempre stata in lotta per le prime posizioni. Il grande capo della Honda, Yasuhisa Arai aveva promesso che in Belgio avremmo visto un V6 Turbo degno del marchio giapponese. Farebbe bene a tacere e, caso mai, andarsene...

 

 

 

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