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Ferrari: la SF15-T è arrivata al limite dello sviluppo?

La Rossa cresce meno delle avversarie e scivola a terza forza del mondiale. Ma Arrivabene non si arrende...

La Ferrari torna sul podio nel Gp di Gran Bretagna mettendosi alle spalle le due Williams di Felipe Massa e Valtteri Bottas grazie alla pioggia “miracolosa” che ha permesso di scompaginare i valori tecnici in campo, dopo che le due monoposto di Grove erano anche andate in testa alla corsa. Sebastian Vettel ha fiutato l’opportunità, e ben supportato dalla squadra, ha colto il massimo risultato al quale la SF15-T poteva ambire. Perché le Mercedes erano, sono e saranno imprendibili. Lasciano “giocare” gli altri finché ne hanno voglia, ma poi quando decidono che è l’ora di ristabilire l’uno-due non c’è avversario che tenga, perché le W06 Hybrid ora hanno un margine impressionante e, forse, non hanno mai cercato il limite.

ARRIVABENE GUARDA IL BICCHIERE MEZZO VUOTO
Se ne dovrà fare una ragione il presidente Sergio Marchionne che spera in una Ferrari in crescita nella seconda parte della stagione, mentre l’antifona l’ha capita molto bene Maurizio Arrivabene. Il team principal del Cavallino non ha gioito più di tanto al podio inglese, consapevole di quanto lo aspetta di qui in avanti, con una Williams che ha fatto passi da gigante, mentre la Rossa sembra arrivata ad un punto fermo. O meglio cresce, ma meno velocemente dei rivali, tanto che il secondo posto nel mondiale Costruttori alla lunga potrebbe essere minacciato proprio dal team di Sir Frank: meno male che nel carniere ci sono 60 punti di vantaggio, che non sono pochi…

LA SF15-T E’ GIA’ ARRIVATA AL LIMITE DELLO SVILUPPO?
Una prospettiva non certo esaltante per Maranello che vede affievolirsi la capacità di sviluppare la SF15-T. Va detto che Silverstone era una delle piste meno adatte al potenziale della Ferrari, proprio come Barcellona. In Ungheria, dove torneranno in uso le gomme Soft insieme alle Medium, la situazione potrebbe migliorare, ma non ci si dovrà illudere perché Spa e Suzuka, per fare un paio di esempi, avranno caratteristiche molto simili a quelle di Silverstone. È ormai un tormentone: sono anni che la Ferrari arriva all’estate senza le soluzioni per puntare alla lotta al vertice. Un ritornello ci si è ripetuto puntualmente e che portava ad abbandonare lo sviluppo della vettura prima di Monza per dedicare tutte le risorse del Reparto Corse alla monoposto dell’anno successivo. Non sarà questo il caso: Maurizio Arrivabene garantisce che i pacchetti programmati verranno regolarmente portati in pista e assicura che la gestazione della 667, questo è il numero di progetto, andrà avanti in parallelo con la macchina attuale.

LA ROSSA 2016 CAMBIERA’ LA SOSPENSIONE ANTERIORE
La Rossa nella terra d’Albione ha messo in evidenza tutti i suoi difetti: incapacità di sfruttare le gomme a mescola dura, mancanza di carico aerodinamico e potenza della power unit. Roba da far venire i capelli bianchi a James Allison, il direttore tecnico del Cavallino. Appare ormai chiaro a tutti che la sospensione anteriore a schema pull rod (che nessuno ha copiato, se non la McLaren due anni fa, ma l’ha subito abiurata) è un limite al migliore sfruttamento delle Pirelli bianche. L’anno prossimo non la vedremo più, ma intanto Arrivabene vuole che il tema venga affrontato e risolto prima di fine stagione.

LA MESCOLA HARD E’ UN CRUCCIO PER MARANELLO
È vero che la Casa milanese ha adottato quest’anno scelte di mescole più conservative che in passato, rinunciando un po’ al ruolo di chi sa contribuire allo spettacolo, ma le “cicatrici” di Silverstone 2013 sono ancora troppo fresche per essere totalmente rimarginate. La Mercedes, però, ha rivelato di essere velocissima in qualsiasi condizione, mentre le Williams si sono adattate meglio alle mescole di quest’anno che la Ferrari. Sebastian Vettel ha dovuto fare i conti con le gomme anteriori che non andavano in temperatura nel primo giro lanciato, e avrebbero avuto bisogno di una seconda tornata, mentre quelle posteriori non reggevano l’ulteriore passaggio senza una caduta prestazionale. Un difetto che mette in rilievo la difficoltà di trovare un buon bilanciamento.

MONOPOSTO DA EVOLVERE E NON DRAG… QUEEN
La causa? Difficile da dire: ai problemi di natura meccanica (sospensioni) si sommano quelli aerodinamici e strutturali (gli ingombri della power unit). La SF15-T, quindi, ha margini di crescita che sono più limitati e i piloti devono fare i conti con questa realtà. Ma non si può dire che a Maranello non stiano lavorando sodo: proprio a Silverstone si è vista un’ala anteriore nuova, più tanti piccoli particolari di micro-aerodinamica sulle brake duct (davanti e dietro) e sul fondo che fanno parte di un puzzle evolutivo che non si arresta mai. Resta da vedere se tutte queste novità servono ad aumentare il carico aerodinamico o se alla fine contribuiscono solo a generare maggiore resistenza all’avanzamento. Gli inglesi lo chiamano drag e la Rossa rischia di diventare una… Drag Queen.

ORA SERVIREBBE PIU’ POTENZA DALLA POWER UNIT
Per sbloccare la situazione servirebbe più potenza dalla power unit: abbiamo visto in Canada che i tre gettoni di sviluppo spesi da Mattia Binotto e dai motoristi, sono stati ampiamente “mangiati” dal lavoro sull’affidabilità svolto dai tecnici Mercedes: da Brixworth avevano presentato alla FIA una lista di richieste che non finiva mai. Una volta assicurata la durata dei V6 Turbo con i numerosi interventi, Andy Cowell ha consentito che le PU106 B potessero essere sfruttate di più in condizione limite non solo in qualifica, ma si dice anche per 40 km in gara. E a beneficiarne non è stata solo la squadra ufficiale, ma anche tutte quelle clienti: Williams, Force India e Lotus, infatti, da Montreal in avanti hanno fatto un salto di qualità importante che ha minimizzato il lavoro dei motoristi ferraristi.

LA MERCEDES DAL CANADA E’ STATA PIU’ FURBA
La Ferrari, in verità, aveva auspicato un salto che doveva andare ben oltre i 10 cavalli che alla fine sono rimasti nello 059/4, perché i rischi sull’affidabilità non sono stati risolti. Per evitare che si crepino le teste o si rompano le candele è necessario tenere un potenziale più basso di quello che effettivamente si è visto al banco prova. La collaborazione con gli specialisti della AVL deve ancora dare i suoi frutti: gli austriaci stanno lavorando in funzione del 2016, ma alcune soluzioni per ora top secret arriveranno prima della fine dell’anno.

SARA’ UNA STAGIONE IN ALTALENA CON ALTI E BASSI
Cosa si devono aspettare i tifosi del Cavallino rampante e il presidente Sergio Marchionne? Che sui tracciati dove la SF15-T potrà mostrare tutto il suo potenziale, torni a mettere il sale sulla coda alle frecce d’argento, ma sarà un andamento fatto di alti e bassi e non frutto di un’ascesa graduale e continua.

SI PREPARA QUALCHE CAMBIAMENTO PER IL 2016?
Se Sebastian Vettel è una garanzia (non scommettiamo un penny sulla conferma di Kimi Raikkonen che è sempre più un elemento esterno alla Ferrari anche se c’è ancora una mezza stagione da disputare) e il team in pista sembra molto consistente, appare palese che ci sono ancora delle lacune nel settore tecnico. Ed è da vedere se si tratta di un problema di organizzazione del lavoro o di persone. A Maranello manca il coraggio di proporre soluzioni che facciano discutere, al limite del regolamento. E non è un caso che si cominci a sentire il nome di Rob Marshall, il delfino di Adrian Newey, che è cresciuto alla corte del genio inglese. È solo gossip o sotto alla cenere cova la brace?

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