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Salvatico Estense: "Società di scopo per il Gp d'Italia!"

Il presidente di Imola lancia un'idea ad ACI CSAI e Monza per salvare la gara italiana di Formula 1

Imola esce dal guscio. Se è protagonista nel mondo della Superbike, l’Enzo e Dino Ferrari vuole tornare nel palcoscenico che conta anche nelle quattro ruote. In un viaggio a Londra, Uberto Selvatico Estense, presidente di Formula Imola, la società che gestisce la pista, insieme al sindaco, Daniele Manca, e al presidente del CON.AMI, Stefano Manara, ha incontrato prima Bernie Ecclestone e poi Alejandro Agag. Rispettivamente promotore della Formula 1 e della Formula E. Per costruire un calendario di gare che riporti il tracciato emiliano ai fasti di un tempo. Qualcuno ci ha visto uno sgarbo a Monza, un tentativo di “scippo” del Gp d’Italia che ha provocato reazioni risentite dalla Brianza. Se così fosse, bisognerebbe dire giustamente. Ma la sensazione è che la storia non la si racconti mai tutta.

Monza non ha le risorse economiche per garantire a Bernie Ecclestone il rinnovo del contratto triennale che scade nel 2016. Roberto Maroni ha lanciato una raccolta di firme a sostegno dell’autodromo, ma il Governatore della Lombardia anziché cercare il facile consenso elettorale, farebbe meglio ad aprire un tavolo sul Gp di F.1. Sergio Marchionne ha assicurato l’appoggio della Ferrari, dopo aver garantito il disinteresse del Mugello che è in vendita (si parla di un interessamento dell’Audi). Ecco allora rispuntare Imola che non ha alcuna intenzione di marciare da sola, ma è pronta a rientrare in… partita con una proposta da mettere sul tavolo. Di che si tratta? Ne abbiamo parlato proprio con Uberto Selvatico Estense che lancia l’ida di costituire una new-co che dovrebbe essere tri-partita fra ACI CSAI, Monza e Imola.

Bernie Ecclestone ha chiesto un fee di 20 milioni di euro all’anno, cifra alla quale se ne aggiungono cinque di organizzazione. I biglietti del Gp d’Italia possono valere un incasso fra da 10 a 15 milioni, con uno sbilancio di 10/15 milioni di euro. Una cifra che divisa per tre parti potrebbe essere sostenibile, tanto più che l’autodromo di turno potrebbe vendere dei servizi alla FOM recuperando una parte del capitale speso…

“Abbiamo un piano per il Gp che è un po’ rivoluzionario. Noi diciamo che l’autodromo non deve essere l’organizzatore della gara di F.1. Era giusto esserlo tempo fa, ma non più ora. Il nostro business è fornire dei servizi a dei promotori, ma non dobbiamo essere noi i promotori dei grandi eventi. Il mondiale di F.1 vale quanto i mondiali di calcio o le Olimpiadi. Noi ci dovremo candidare ad assicurare dei servizi e, probabilmente, ci vorrà una società nella quale è giusto che ci sia anche l’ACI Csai che partecipi, perché è l’organo italiano che rappresenta la Federazione. Poi sono d’accordo che l’autodromo non debba guadagnarci e possa contare su dei contributi utili a coprire i costi, evitando che si ripetano cose viste in passato. Bisogna fare le cose in maniera chiara. A mio parere andrebbe costituita una società di scopo che organizza il Gp d’Italia e alla quale ciascuno contribuisce come può. La guida deve essere di tipo istituzionale. Guardando le cose con la lente, emerge che anche l’ACI era ospite della SAGIS a Imola o della SIAS a Monza. Sono delle delegazioni che l’ACI controlla, ma sono filiazioni un po’ strane, tant’è che i soldi non riescono ad arrivare se non a livello di acquisto di hospitality o in maniera strana se non bizzarra”.

A chi serve la società di scopo?
“Non tanto alla Federazione che potrebbe organizzare l’evento in proprio, ma per consentire ai privati di finanziare l’evento. Uno sponsor non può supportare la CSAI, ma può partecipare all’organizzazione di un Gp entrando in una società a responsabilità limitata che non rischia di intaccare i soldi dei cittadini. Sia noi che Monza siamo seduti sui soldi dei cittadini e non possiamo ogni anno mettere a rischio la gestione per un Gp. Il Motorsport è un’attività complessa e costosa: ogni anno ci vengono chiesti degli interventi di miglioramento della struttura in funzione della sicurezza che richiede ingenti investimenti. Nella filiera delle corse chi sta soffrendo di più sono proprio gli autodromi. Non mi sembra di vedere promoter che falliscono nella stessa sequenza dei tracciati. Ci sono una marea di autodromi con l’acqua alla gola, dalla Spagna alla Francia, per non dire della Germania. L’ultimo esempio è dato da Brno che aveva fermato la vendita dei biglietti della MotoGP. Non dico che si debba fare cartello, che non andrebbe bene, ma almeno evitare di farsi la guerra per aggiudicarsi un evento in perdita! Cerchiamo, invece, di gestire questi eventi per quello che sono…”.

Imola ha l’omologazione della pista per la Formula 1, ma l’impianto va rivisto per essere consono a un Gp…
“Non ci sono dubbi, ma abbiamo mostrato il nostro master plane a Bernie Ecclestone. Gli interventi sono già stati programmati e deliberati con la costruzione della nuova sala stampa e delle hospitality. Viene rifatta tutta la barriera del lungo fiume e si vuole spostare il Centro Medico per aprire il paddock. Su quest’ultimo aspetto ci sono due progetti in ballo, visto che si è pensato di realizzare un centro diagnostico utile anche alla città. Si farebbero degli interventi anche sulle tribune per assicurare la capacità indispensabile a un Gp di F.1. Al di là del rettilineo si vuole realizzare un centro di documentazione che potrà accogliere anche delle officine e dei negozi per creare una sorta di cittadella che si orienti sui motori e possa avere una polifunzionalità. Per esempio abbiamo chiuso un accordo triennale con Basel Art per i grandi concerti: avremo gli AC DC il 9 luglio e abbiamo venduto 90 mila biglietti in pochissimo tempo e l’anno prossimo dovrebbe venire Bruce Springsteen. Insomma non siamo fermi”.

Questi investimenti sono possibili grazie a chi?
Al ConAmi. Abbiamo un’articolazione societaria che ci permette di agire meglio di Monza. Pensiamo di esserci dati una struttura funzionale e moderna in quello che è il… braccio armato”.

Vi siete candidati a gestire il Gp d’Italia in alternanza con Monza, ma con i responsabili brianzoli ne avete parlato, visto che loro sostengono che la gara deve restare nel tempio della velocità?
“Ma è giusto che ci provino, è un loro diritto. Non è da mettere in discussione e rispetto quello che dicono…”.

Se davvero avranno i soldi per chiudere un contratto…
“Appunto! Quello che gli abbiamo proposto noi è: non siamo qui a lanciare dei campanilismi esacerbati fra Guelfi e Ghibellini, noi vorremmo cercare una soluzione che ci interessa, ma dovrebbe interessare anche voi”.

Vero, ma se andate da Ecclestone ognuno per i fatti propri, Bernie gode…
“Mettiamola così: un dialogo ufficiale non c’è stato. E allora abbiamo messo in una valigetta quella che abbiamo fatto e la risposta data è stata: meno male che vi siete fatti vivi voi, perché qui sono spariti tutti. E questa affermazione ci ha lasciato un po’ spiazzati… Non siamo andati a Londra per scatenare delle ostilità, ma per lanciare un’idea che possa essere supportata e per forzare alcuneresistenze, perché ci è parso che la politica si stia perdendo nei suoi giochi, avendo nulla di tecnico per trovare delle risposte. Quanti soldi ci vogliono? A cosa servono e come vengono spesi e ammortizzati? Un Gp di F.1 non si ammortizza con il resto delle attività di un autodromo, ma neanche per sogno! Questa analisi non è stata fatta per cui abbiamo presentato l’idea della società di scopo per cercare una strada che possa essere percorsa anche da altri autodromi del mondiale”.

Quindi Monza dovrebbe entrare a far parte della società di scopo esattamente come Imola o l’ACI dovrebbe costituire due società?
“Sarebbe più giusto crearne una sola, con l’ACI CSAI nel ruolo di catalizzatore istituzionale. Ne ha la facoltà. L’abbiamo detto a Bernie. E sarebbe bello se Monza si facesse imbarcare nel progetto. Ecclestone non è il cattivo: è quello che tiene botta in un momento difficile alle pressioni delle squadre che aspirano a più soldi. Li chiede lui, ma sono altri che li vogliono. Mister E ha permesso a questo mondo di esistere. E queste cose andrebbero dette con chiarezza. Il Mugello avrà anche pensato a salvare il Gp d’Italia, ma con la Ferrari che sta per essere quotata in borsa, una perdita di 5 milioni potrebbe avere ripercussioni di 50 milioni nel mondo finanziario per cui è un’operazione inimmaginabile. E la stessa FOM è quotata: Bernie non può accendere un contratto con Monza al ribasso, se sul mercato c’è chi offre 60 milioni di euro per un Gp. Di questo deve rendere conto agli azionisti. Si capisce, allora, quanto il mondo della F.1 sia complesso”.

A rendere le cose più difficili c’è anche il crollo dell’audience tv dopo il passaggio alla pay tv…
“Le squadre non riescono più a giustificare con gli sponsor gli investimenti che sono stati fatti per cui chiedono a Bernie più soldi e in parte si vogliono dagli autodromi. Siamo entrati in un giro perverso, visto che c’era un tempo in cui venivamo pagati e non dovevamo pagare. È cambiato tutto con la scomparsa degli sponsor tabaccai: sembrava che la F.1 fosse destinata a crollare e, invece, Ecclestone era riuscito a trovare il modo per rivitalizzarla. Va cercato un nuovo punto di equilibrio. Ecco perché portiamo la nostra proposta: vorremmo discuterla a un tavolo…”.

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