Il team Andretti Autosport si farà i motori da sé
La squadra USA ha rivelato con Roger Griffiths di essere a buon punto nello sviluppo di un “inedito powertrain”
Il dado è tratto. Dopo essersi definito soltanto “un team di alto livello”, ma "non un'organizzazione complessa dedita allo sviluppo tecnologico”, Michael Andretti ha cambiato idea e deciso di modificare l'approccio alla stagione 2015-2016 del Campionato FIA di Formula E, allorché tutti i concorrenti saranno legittimati a realizzare in proprio, o farsi realizzare, e-motor, inverter, trasmissione e impianto di raffreddamento delle monoposto.
"Considerando le nuove regole che autorizzano la fornitura esterna del gruppo propulsore, si deve essere pronti a offrire in giro e a vendere la propria tecnologia, ed è meglio farlo senza coinvolgere la squadra corse", ha confermato il team principal Roger Griffiths. “Non soltanto: ciò permette anche alla nuova azienda di fare altre cose al di fuori della Formula E. Abbiamo sviluppato ex novo una serie di elementi del cambio di velocità e lo abbiamo fatto in modo indipendente ed è stato bello trovare al nostro fianco partner e fornitori con una mentalità analoga a quella che abbiamo noi”.
E ancora: “La tecnologia che saremo in grado di portare in pista nella prossima stagione ha qualcosa di diverso dal consueto e credo che la stessa FIA sarà molto meravigliata della maniera in cui ci siamo riusciti e di che cosa abbiamo fatto. La Andretti Formula E è un'engineering gestita razionalmente e stiamo esaminando diverse soluzioni, tutte tecnicamente valide. Ci sono alcune caratteristiche che sono ragionevolmente convenzionali - mi riferisco al “pacchetto” regolamentare della stagione due - e ci sono elementi che sono invece abbastanza unici per le loro peculiarità. Lo si vedrà presto. Penso che siamo riusciti a ottenere il giusto mix...", continua il noto manager yankee.
A proposito della tecnologia e dei regolamenti che entreranno in vigore a partire dal campionato 2015-2016, contesto che vedrà la scuderia Andretti Autosport autosufficiente in tutti gli aspetti tecnici applicabili alle monoposto della serie “full electric”, il dirigente della formazione nordamericana ha fatto a voce il punto con la redazione di Motorsport.com. "Saremo in pista per i test il mese prossimo. Tutta la fase di progettazione è giunta a compimento e la produzione dei pezzi sta avvenendo proprio in questi giorni. Abbiamo avuto alcuni aspetti da verificare sul banco di prova, li abbiamo risolti, e siamo perfettamente nei tempi previsti. A questo punto, il primo step saranno l'omologazione e il crash test e la fase due lo shakedown vero e proprio in pista, dopodiché lo sviluppo avrà inizio. Abbiamo elaborato un piano di collaudi molto metodico e cadenzato per il prossimo futuro”.
"Abbiamo parlato con un certo numero di produttori con sede in Giappone, Europa e Stati Uniti e abbiamo rapporti con i principali produttori di apparecchiature originali (come in lingua inglese si definiscono i “fornitori”, ndr) attraverso i nostri programmi sportivi esistenti in IndyCar e nel Rallycross", ha continuato Roger Griffiths, che ha lavorato in posizioni di rilievo alla Honda Performance Development per oltre un decennio.
"Fino ad ora, tutto quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto in maniera autonoma e indipendente. Tuttavia, se un OEM (original equipment manufacturer, ndr) dovesse avvicinarci proponendoci una qualche opportunità, saremmo naturalmente lieti di valutarla e prenderla in considerazione, soprattutto se fosse un bene per la stabilità tecnica di lungo periodo e fosse cosa buona e giusta per il futuro della Formula E. Penso che in questo momento fra i vari team ci sia una specie di gioco di attesa e ci siano un sacco di valutazioni in corso da parte dei vari soggetti coinvolti...”.
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