Walter Meloni: addio al signore delle corse
Si è spento oggi il pilota sanmarinese di 72 anni che ha vinto l'ultima gara a Imola in ottobre
“Non mi sento l’età che è segnata sulla carta d’identità. Corro perché a spingermi è la passione. E finché mi diverto non mi fermo”. Gli occhi chiari, vispi, profondi, di Walter Meloni emanavano quell’entusiasmo contagiante di chi già nello sguardo sapeva trasmetterti la sua passione per le corse. Oggi si sono chiusi per sempre. E così se n’è andato senza aver appeso il casco al chiodo, perché non ha mai annunciato il suo ritiro dopo quasi 50 stagioni di Motorsport. Era un signore nel senso pieno del termine.
In tasca aveva la licenza di pilota, orgoglioso dei suoi 72 anni. Ha lottato contro quel male subdolo che gli ha divorato l’esistenza. Ha minato il suo fisico asciutto, ma non la sua mente. Inguaribile ottimista, era sempre pronto a rimettere in moto, guardando al futuro e mai al passato. Imprenditore di successo, ha saputo coltivare la sua passione trasmettendola ai figli e a molti piloti sanmarinesi.
In bacheca c’è l’ultima coppa: Imola, ottobre 2014. Resterà l’ultima vittoria sulla pista che più ha amato. Ovviamente con la BMW M3 E46 del team W&D. La sua creatura. Nel “suo” campionato, il CITE (campionato italiano turismo endurance). Negli anni, insieme al figlio Paolo, è stato una colonna portante della categoria, dopo che è morto il CIVT dove aveva fatto mattanza di successi, passando per l’ETCS.
Il sanmarinese aveva cominciato nei rally come navigatore. Ma non gli bastava leggere le note, voleva il volante in mano. Poi la scoperta della pista grazie alla Coppa Renault 5 che ha preceduto il periodo delle monoposto, prima in Formula Fiat Abarth e poi nel Trofeo di Formula 2000 nel quale aveva coinvolto anche la figlia Marilena e poi Paolo che lo ha sempre seguito fianco a fianco nella storia del team W&D.
Padre e figlio hanno condiviso la stessa passione e a volte lo stesso sedile, salendo insieme sul gradino più alto del podio perché buon sangue non mente. E adesso tocca a Paolo non disperdere un’eredità di passione che Walter ci ha lasciato.
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