Lorenzo domina il Gp di Spagna e ritrova la vittoria
Dietro di lui c'è uno stoico Marquez, che resiste al tentativo di rimonta di Valentino. Giornata no per le Ducati
Ieri aveva detto di voler aspettare la gara prima di fare proclami, ma ora Jorge Lorenzo può urlare al mondo di essere tornato il "Martillo". Il maiorchino della Yamaha ha letteralmente dominato la gara di Jerez de la Frontera, sfruttando la pole position per portarsi al comando alla prima curva e mantenendolo fino alla bandiera a scacchi.
Marc Marquez è riuscito a tenergli testa solamente per una manciata di tornate, poi piano piano i tempi del pilota della Honda si sono alzati, mentre Jorge continuava a martellare dei tempi quasi da qualifica (tra le altre cose, ha fatto segnare il nuovo primato del tracciato andaluso). Un quadro che gli ha riconsegnato meritatamente una vittoria che gli mancava dal Gp del Giappone dello scorso anno e che gli permette di mettersi alle spalle un avvio di stagione deludente con una weekend praticamente perfetto.
E lui ne è ben conscio, visti i lunghi festeggiamenti andati in scena dopo aver tagliato il traguardo, quando ha fatto finta di andare nuovamente a tuffarsi nel bacino che c'è all'interno del tracciato, come aveva già fatto qualche anno fa, o quando ha piantato la bandiera "Lorenzo's Land".
Dietro di lui, con il passare delle tornate, Marc Marquez ha dato la sensazione di iniziare a patire un po' l'infortunio al mignolo della mano sinistra, iniziando a girare con una certa regolarità sopra all'1'40". E in questa fase Valentino Rossi ha sperato di poter ripetere l'impresa della rimonta di Termas de Rio Hondo.
Proprio quando ha ricucito il gap a solo poco più di un secondo, però il "Dottore" ha dovuto tirare i remi in barca ed accontentarsi del terzo posto, che comunque gli è valso il 200esimo podio in carriera, forse perché nella rimonta ha chiesto troppo alle gomme. O almeno questa è l'ipotesi più plausibile al momento. Resta il fatto che "El Cabronsito" è stato davvero stoico ed è riuscito a raggiungere il suo obiettivo di ridurre il gap in classifica da Valentino, riportandosi a 26 punti.
In ogni caso, per il pesarese questa va assolutamente incasellata come una domenica positiva in ottica campionato, perché comunque anche Jorge Lorenzo resta lontano 20 lunghezze, mentre Andrea Dovizioso precipita a -15 dopo una gara decisamente sfortunata: al secondo giro è arrivato lunghissimo alla curva 13 ed è ripartito dal fondo del gruppo. Poi ha sfoderato una bella rimonta, risalendo fino alla nona posizione.
In generale comunque è stata una giornata no per la Ducati, per la quale Jerez quindi continua ad essere un tabù: Andrea Iannone è scattato malissimo dalla prima fila, ritrovandosi addirittura in undicesima piazza. Poi si è dato da fare per scalare la classifica, ma alla fine si è dovuto accontentare della sesta posizione, alle spalle anche della Honda di Cal Crutchlow e della Yamaha di Pol Espargaro, che avevano guadagnato troppo su di lui nei primi giri.
Settimo posto per Aleix Espargaro, che eguaglia quindi il risultato dell'Argentina con una strategia di gara aggressiva, visto che ha rischiato addirittura la gomma soft sulla sua Suzuki GSX-RR. In ottava piazza c'è poi l'altra Yamaha Tech 3 di Bradley Smith, con come detto Andrea Dovizioso in nona posizione.
Bellissima la lotta per l'ultimo posto disponibile nella top ten, nella quale alla fine ha avuto la meglio la Ducati Pramac di Yonny Hernandez, precedendo la Suzuki di Maverick Vinales e la moto gemella di Danilo Petrucci. Per quanto riguarda le "Open", la vittoria è andata alla Ducati Avintia di Hector Barbera, 14esimo assoluto al traguardo davanti ad un ottimo Alvaro Bautista, che ha regalato un altro punticino all'Aprilia ed alla sua RS-GP.
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