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La Ferrari ha già scommesso sulla quinta power unit?

La squadra di Maranello è tornata a far valere il suo peso politico in pista e nel paddock

La Ferrari fa il gioco di Lewis Hamilton? L’inglese regala ai britannici la 240esima vittoria in Bahrein con il terzo successo 2015. Per il bi-campione del mondo l’unica difficoltà è azzeccare la partenza al via, perché poi ci pensano le Rosse a togliergli di torno Nico Rosberg. Il tedesco, che sulla pista di Sakhir è diventato il primo pilota a disputare 100 Gp per la Mercedes, pur arrivando solo terzo al traguardo, è salito al secondo posto nel mondiale piloti con 27 lunghezze dal… Principe della Notte. In quattro gare Lewis ha già messo in saccoccia un vantaggio che lo tiene anche al riparo di un eventuale ritiro: la stagione sembra proprio orientata verso il terzo titolo iridato di Hamilton. Che appena sceso dalla W06 Hybrid ha simulato una battuta da baseball con tanto di… fuori campo. Era riferito al non più scomodo compagno di squadra?

SOLO ROSBERG NON SA DI ESSERE SECONDA GUIDA
La Mercedes ormai tratta Nico come una seconda guida: solo lui non l’ha ancora capito. Il muretto della Stella non l’ha “protetto” dalla Ferrari all’ultimo pit stop, preferendo che fosse Lewis a entrare per primo in pit lane. Il risultato è stato che il tedesco è finito nuovamente alle spalle di Sebastian Vettel dopo che si era guadagnato la posizione in pista. Si parla tanto di Hamilton che non firma il rinnovo del contratto con il team di Brackley perché attratto dalla Rossa e non si considera che alla fine potrebbe andarsene proprio Rosberg, sebbene sia legato da un accordo con la Casa di Stoccarda. Non riesce più a pungere il “capitano” e non sembra disposto a fare il “valletto”: la McLaren o la Red Bull (delusa da Daniil Kvyat) potrebbero aprirgli una porta.

LE FACILI DOPPIETTE DELLE MERCEDES SONO UN RICORDO?
Toto Wolff e compagni continuano a ragionare come se le frecce d’argento proseguissero le “processioni finite in gloria” del 2014. Non si aspettavano la reazione invernale della Ferrari a dir poco sorprendente. Perché tutti gli altri sono lontani anni luce: Valtteri Bottas con l’osannata Williams ha chiuso quarto con la FW37 a 42 secondi da Hamilton e può ringraziare la giornata storta di Sebastian Vettel se è arrivato ai piedi del podio. La Ferrari, invece, è una minaccia che si fa seria ogni giorno di più.

RAIKKONEN E’ DI NUOVO UN MARTELLO
Maurizio Arrivabene è riuscito a recuperare Kimi Raikkonen: il finlandese è arrivato ad alitare sul collo di Lewis con una condotta di gara “garibaldina”. La squadra di Maranello vuole essere protagonista, per dettare le regole del gioco e non subirle più. Iceman è stato tenuto in pista due giri di troppo con le medie (ha accumulato un distacco di 9”1), altrimenti avrebbe potuto giocarsela con la Mercedes alle prese con i problemi al brake-by-wire (un guaio che ricorre sulle frecce d’argento quando i piloti sono costretti a… spingere). Kimi è stato perfetto: dopo un’ottima partenza nella quale ha scavalcato subito Rosberg, ha corso con la perizia di chi sa andare molto forte senza rovinare le gomme. Il merito è anche del “tattico” Inaki Rueda, lo spagnolo che decide le strategie del muretto Rosso, che aveva studiato un piano efficace per cercare di mettere alle corde anche Hamilton.

INAKI RUEDA E LA SCOMMESSA DELLE MEDIE
L’iberico ha puntato su un secondo stint lungo con le medie, riservandosi un finale di gara con le soft, potendo beneficiare del serbatoio vuoto e di una pista più gommata (che spesso non viene considerata abbastanza dai computer delle simulazioni). Lo stesso trattamento sarebbe stato riservato anche a Sebastian Vettel, ma il tedesco al di là del giro perfetto in Q3 ha dimostrato di non gradire troppo il tracciato di Sakhir. Gli errori delle prove libere li ha ripetuti in gara, segno che non ha trovato lo stesso equilibrio raggiunto da Kimi. Sotto pressione il quattro volte campione del mondo ha sbagliato (ha rotto anche l’ala anteriore su un cordolo che lo ha costretto ad uno stop in più per cambiare il muso).

TROPPI ERRORI PER SEBASTIAN VETTEL
In Bahrein è mancato l’uomo di punta, ma la Ferrari è parsa competitiva. In grado di mordere anche se la SF15-T è sostanzialmente la stessa del debutto in Australia, solo con gli adattamenti della macchina ad ogni circuito. In Spagna arriverà il primo pacchetto di modifiche e potremo misurare la capacità di crescita della monoposto. Scherzando Arrivabene ha commentato “…speriamo che non sia un… pacco!”. Le novità riguarderanno l’aerodinamica e non il motore.

IL CAMBIO DI MOTORE TURBO ERA PROGRAMMATO
La Ferrari, infatti, ha cambiato il V6 turbo già in Bahrein: a Maranello raccontano che si tratti di una sostituzione programmata e non di un’emergenza (c’è chi sostiene che si stanno rifacendo le fusioni delle testate). Il ragionamento non farebbe una grinza se la disponibilità di power unit per una stagione fosse di cinque (come l’anno scorso) e non di quattro. La Mercedes, per esempio, ha completato la distanza del quarto Gp senza noie. Sulle SF15-T di Vettel e Raikkonen sono stati montati propulsori con le stesse specifiche di quelli appena tolti. I primi gettoni verranno spesi per una nuova camera di combustione solo in Canada, mentre il “motorone” dovrebbe debuttare a Monza. È chiaro che con questa strategia i conti non tornano. Dal Gp d’Italia a fine stagione ci sono altri sette Gp, troppi per pensare di coprirli con una sola unità.

C’E’ UNA STRATEGIA STUDIATA SU CINQUE POWER UNIT!
E allora è evidente che al Reparto Corse stanno già facendo i conti con la quinta power unit. Che è in discussione, ma non è stata ancora approvata (verrà definita il 14 maggio nello Strategic Group in attesa dell’approvazione che dovrà arrivare dal successivo Consiglio Mondiale della FIA). La proposta iniziale era di limitare l’uso della quinta unità solo nelle prove libere (in modo da evitare che i team stessero ai box proprio per risparmiare i motori), mentre ora la si vorrebbe liberalizzare (giustamente) per tutto il week end.

LA FERRARI FA VALERE IL SUO PESO POLITICO
La Ferrari, dunque, torna a far valere il suo peso politico nel Circus: ha elaborato una strategia che dà per scontata l’adozione del quinto propulsore. C’è lungimiranza di pensiero ma anche consapevolezza dei propri limiti tecnici. La squadra del Cavallino ha giocato il “bonus” del motore fresco su una pista “calda” confidando di ripetere la Malesia. È mancato l’apporto di Sebastian Vettel, altrimenti il team principal bresciano avrebbe già centrato l’obiettivo stagionale (due successi).

UNA SQUADRA CINICA QUANDO SENTE ODORE DI RISULTATO
La gestione Arrivabene è cinica: il “muro” fatto dai ferraristi (Maurizio compreso) sulla SF15-T nelle libere di sabato ha nascosto i guai della Rossa per i quali Vettel si è fatto strappare un pezzo d’ala anteriore dall’incolpevole Sergio Perez. Si è parlato di un problema ai freni nell’uscita dai box, mentre l’origine tecnica delle noie andava ricercata altrove (è stato sostituito un dado e un porta mozzo) e poteva costare l’unsafe release. “Nascondere” la monoposto, comunque, è l’antitesi di chi dice che vuole avvicinare la Formula 1 al grande pubblico. È il segno che la Ferrari è tornata. Conta di nuovo in pista e fuori. Non è una meteora. E adesso l’avranno capito anche a Brackley…

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