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Hamilton trionfa in Bahrein, ma stupisce Raikkonen!

La Mercedes centra la terza vittoria 2015, con Rosberg terzo. Vettel quinto dietro a Bottas

Lewis Hamilton centra la terza vittoria stagionale con la Mercedes W06 Hybrid nel Gp del Bahrein e l'inglese si aggiudica il 36esimo successo in Formula 1. L'inglese allarga il solco di punti dall'inseguitore più diretto che è tornato ad essere Nico Rosberg, ora a 27 lunghezze dal campione del mondo. Il bi-campione del mondo mostra ad ogni gara di più la sua autorità, evitando rischi e sorprese nonostante un rallentamento nel finale per un pro blema ai freni che ha fatto tenere il fiato sospeso a Toto Wolff fino alla bandiera a scacchi. 

La Mercedes ha vinto ancora, ma non domina più perché la Ferrari sta diventando una minaccia molto seria. Nemmeno gli errori di Sebastian Vettel, che è stato secondo nelle prime battute di gara, hanno permesso a Nico Rosberg di cogliere il secondo posto: il tedesco, terzo in griglia, si è dovuto arrendere alla strepitosa rimonta di Kimi Raikkonen per un probema ai freni più serio di quello del compagno di squadra. Rosberg avrà anche da rosicare sulla tattica della squadra che lo ha richiamato ai box sempre con un grio di ritardo mentre era in lotta con Sebastian Vettel. E solo per proteggere la leadership di Hamilton che ormai ragiona da "capitano". Un errore strategico grave che allargherà la sfiducia del tedesco con il team di Brackley.

L'eroe della giornata è stato Kimi Raikkonen che ha conquistato una meritatissima piazza d'onore, rompendo un digiuno dal podio che durava da 25 Gp e 560 giorni. La squadra del Cavallino è stata bravissima a cambiare la strategia di Kimi che ha disputato un ottimo secondo stint lungo con le gomme medie (girando al passo di chi disponeva delle morbide) per percorrere l'ultimo tratto della corsa con le soft al passo da qualifica.

Iceman ha entusiasmato in entrambe le situazioni, dopo una partenza perfetta che lo ha portato a scavalcare Rosberg: Kimi non ha commesso il minimo errore rivelando la sua dote di saper gestire le gomme meglio di chiunque altro. E' arrivato ad appena tre secondi da Hamilton confermando che il potenziale della Ferrari è in crescita. Forse il finlandese è rimasto due giri di troppo in pista con le medie, ma non se ne può fare una colpa alla squadra del Cavallino che, se non altro, ha avuto il coraggio di provarci, scegliendo una strategia d'attacco.

Il bilancio del Cavallino è stato salvato da Raikkonen, perché la Ferrari ha dovuto fare i conti con la prima giornata storta di Sebastian Vettel, solo quinto al traguardo con la SF15-T. Il quattro volte campione del mondo è stato autoritariamente secondo nella prima parte della corsa, ma poi si è disunito effettuando diversi lunghi, l'ultimo dei quali lo ha portato ad andare ben oltre il cordolo, rompendo l'ala subito dopo il pit stop. Sebastian è stato costretto ad una sosta aggiuntiva per cambiare il muso ed è tornato in pista alle spalle di Valtteri Bottas con la Williams.

Vettel non è più stato in grado di mettere in crisi il finlandese nonostante l'uso dell'ala mobile: il giovane Valtteri si è rivelato molto consistente nel tenere alle spalle la Rossa dopo una battaglia molto serrata. Il nordico ha saputo sfruttare la maggiore velocità massima della FW37 per controllare Sebastian che nel finale non aveva più la macchina in ordine. Il germanico questa volta non è stato pari alla sua vettura: le Rosse avrebbero potuto arrivare sul podio dietro a Lewis Hamilton.

La sesta posizione è andata a Daniel Ricciardo con la Red Bull Racing: l'australiano è uno dei pochi nel team di Milton Keynes che riesce a mantenere la calma in un momento molto difficile. Ha fatto appena in tempo a tagliare il traguardo che il terzo motore Renault è esploso fragorosamente, dando il via ai fuochi artificiali che avevano preparato gli organizzatori del Bahrein. Per la Casa francese non sono svaniti gli incubi della Cina.

Ultimo dei piloti a pieni giri è Romain Grosjean con la Lotus: il francese è ottavo e torna a punti dopo Shanghai, mentre Pastor Maldonado si è dovuto fermare durante il terzo pit stop per un problema all'ant-istallo del motore Mercedes. Il venezuelano è poi ripartito dopo una lunga sosta e si è classifucato 15esismo: Pastor è riuscito nell'impresa di meritare una penalità di 5 secondi per essersi schierato più indietro della sua piazzuola. Incredibile, ma lo si poteva graziare...

Nei top ten c'è anche Daniil Kvyat, nono con la seconda RB11: il russo ha cancellato con una gara dignitosa le qualifiche poco efficaci (escluso già in Q1) e l'uscita di pista nell'ultima sessione di libere. A chiudere la zona punti c'è Felipe Massa autore di una gara tutta in salita: il brasiliano è stato costretto a partire dalla pit lane dopo un problema in griglia. L'ex ferrarista è stato autore di una bella rimonta finché non ha rotto il fondo della sua Williams: il punticino premia la sua fatica.

E' arrivato a ridosso dei punti Fernando Alonso con la McLaren MP4-30 dotata del motore Honda che cresce un po' alla volta: lo spagnolo ha dovuto ingoiare un altro rospo, subendo un altro doppiaggio dalle... Ferrari. Per contro Jenson Button non  ha fatto nemmeno un giro, anche se era stato ammesso alla partenza dalla FIA, nonostante non avesse percorso un metro in qualifica. L'inglese non si è schierato con la MP4-30 su richiesta della Honda perché i problemi elettrici sulla sua power unit non sono stati risolti all'ultima accensione del motore! Pessimo segno per un colosso come la Casa giapponese che ha rimediato un'altra figuraccia!

Felipe Nasr con la Sauber ha chiuso 12esimo, ma chi ha da recriminare è Marcus Ericsson che era risalito in zona punti e poi ha visto rovinare il lavoro del week end con un pit stop che è durato oltre venti secondi per un problema alla ruota anteriore sinistra.

Male anche le Toro Rosso costrette allo stop anticipato per i problemi ai freni e all'impianto elettrico e non certo per colpa dei ragazzini terribili, Max Verstappen e Carlos Sainz. Lo spagnolo si è beccato anche una penalità di 5 secondi perché è andato a schierarsi in ritardo: un grave errore del team di Faenza che evidenzia il clima teso che s'è creato con la crisi dei motori Renault e non solo...

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