Argentina, Libere 3: Danny Kent ritocca il record
Il britannico precede Vazquez e prenota la pole. Fenati settimo, ma i nostri non usano la gomma nuova
Danny Kent continua ad essere il grande mattatore di questa prima fase di stagione della Moto3. Il leader della classifica iridata ha messo nuovamente tutti in fila nella terza sessione di prove libere del Gp d'Argentina, con un 1'48"854 che gli è valso il nuovo primato del tracciato di Termas de Rio Hondo.
Questo però è stato un turno in generale molto favorevole alle Honda del Leopard Racing perché in seconda posizione, seppur staccato di 302 millesimi dal britannico, c'è il compagno di squadra Efren Vazquez. Terzo tempo per Miguel Oliveira, nel finale vittima anche di una sbacchettata davvero paurosa ed ancora una volta migliore tra i piloti KTM, anche se ad oltre mezzo secondo.
Prosegue anche la progressione del rookie Fabio Quartararo, salito al quarto posto con la sua Honda, davanti alle due con i colori della SaxoPrint affidate a John McPhee ed Alexis Masbou. Solo settimo, quindi, il migliore degli italiani, che in questo caso è stato Romano Fenati con la KTM dello Sky Racing Team VR46.
Va detto però che i ragazzi di casa nostra sono tra quelli che hanno optato per preservare le gomme nuove in vista delle qualifiche, quindi non bisogna preoccuparsi per il decimo tempo di Niccolò Antonelli ed Enea Bastianini, che hanno tutte le carte in regola per essere protagonisti più tardi.
La bella sorpresa di questa sessione è il 15esimo tempo messo a referto da Andrea Migno, bravo a sfruttare i consigli del compagno di squadra Romano Fenati. Si riaffaccia tra i primi 20 anche Pecco Bagnaia, che con il 20esimo tempo è uno dei migliori tra i piloti in sella alle Mahindra. Tre posizioni più indietro troviamo poi Matteo Ferrari.
Più indietro tutti gli altri, con Andrea Locatelli che purtroppo ha terminato anzitempo la sua sessione, finendo ruote all'aria con la Honda del Team Gresini. "Loka" comunque non è stato il solo a finire ruote all'aria, a fargli compagnia c'è anche la Mahindra di Jorge Martin.
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