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Qual è la tenuta delle power unit Mercedes?

Hamilton riduce il passo per preservare la meccanica e fa incavolare Rosberg perchè fa da tappo. Perché...

Shanghai scioglie alcuni dubbi e profila delle verità. La Mercedes è tornata a essere la solita “corazzata tedesca” dopo la pausa malese e la Ferrari è l’unica squadra che può sperare di impensierirla, perché tutti gli altri (tranne la Sauber) sono caduti in una grave crisi involutiva. Dopo tre Gran Premi cominciano a sbriciolarsi degli assiomi che hanno fatto discutere un anno intero: la power unit Mercedes, spauracchio del 2014, al momento non è l’elemento che fa la grande differenza vista l’anno scorso. A Brackley hanno speso più gettoni di sviluppo sulla PU106 B di quanto non abbia fatto la Ferrari (25 contro 22 dei 32 concessi dalla FIA) eppure non si vede, se non in qualifica, quel salto prestazionale che ci si aspettava. È nel giro secco che le frecce d’argento riescono a scavare un solco importante: grazie al manettino “magico” che per poco consente un overboost di potenza alle W06 Hybrid, Nico Rosberg è arrivato a 42 millesimi dal “capitano”, mentre Sebastian Vettel è stato relegato a quasi un secondo.

LA MERCEDES RISPARMIA LA POWER UNIT
La differenza potenziale è quella, ma nella realtà della gara il gap dalla SF15-T si riduce a pochi decimi sul giro. Come mai? A nostro avviso la Mercedes cerca di risparmiare il motore. L’estremo calore di Sepang aveva mandato in “pappa” le gomme, ma Paddy Lowe e compagnia avevano salvaguardato la meccanica, perché resta da capire chi effettivamente ha già raggiunto l’affidabilità per garantirsi la stagione con appena quattro unità (la… vita deve essere di quasi 5 Gp). Ognuno nasconde i propri problemi come fosse il terzo segreto di Fatima. La Ferrari, per altro, non ha introdotto sullo 059/4 soluzioni che sono già pronte, ma non ancora durevoli. Mattia Binotto ha preferito non correre rischi inutili, avendo l’opportunità di giocare dei jolly nel corso del campionato, nella speranza di chiudere il gap dalla Mercedes quando avrà anche più carico aerodinamico. Sarà, quindi, una partita giocata sulle gomme e… sui nervi: azzeccare il momento in cui introdurre delle novità sui motori potrebbe rompere degli equilibri e fare saltare delle certezze.

LEWIS GENIO, MA NON PIU’ SREGOLATEZZA
La Mercedes, però, può fare affidamento su un Lewis Hamilton più maturo, sempre genio ma meno sregolatezza. In prova ha il dono di saper inventare il giro giusto subito, costringendo Nico Rosberg a inseguirlo. E in gara ha mostrato minacciosamente i muscoli al via (ha schierato la sua macchina un po’ di traverso per “puntare” il compagno di squadra come il peggiore nemico) per andarsene senza più essere ripreso. Ma è interessante segnalare la polemica che ha montato in conferenza stampa il tedesco: ha accusato Lewis di essere un egoista per essere andato troppo piano nella prima parte della corsa, favorendo il riavvicinamento di Sebastian Vettel e costringendolo ad anticipare il pit e ad allungare lo stint successivo, sballando così i suoi piani studiati a tavolino.

ROSBERG NON SI ARRENDE (GIUSTAMENTE) ALL’EVIDENZA
Nico, in certi momenti, mostra la sua natura di pilota “costruito” che non sa interpretare i vari momenti della corsa e dà la sensazione che quest’anno preferisca fare la battaglia mediatica, anziché sfidare il bi-campione del mondo in pista (anche perché non ci riesce). Ma l’azione d’attesa di Hamilton ci riporta alla voglia di preservare la meccanica, evitando stress alla power unit. Il britannico così ottiene due risultati: soddisfa le richieste dei motoristi e disintegra un po’ alla volta le aspettative dell’avversario più pericoloso. E la Ferrari, in attesa di mettere sul tavolo tutte le carte tecniche che ha in serbo, deve sperare che i due galletti del pollaio Mercedes si facciano la guerra, altrimenti non sarà facile sovvertire la situazione.

LEWIS VUOLE RELEGARE NICO AL RUOLO DI SECONDO?
Se la forbice fra i due piloti della Stella a tre punte si dovesse aprire (Rosberg è terzo nel mondiale dietro a Vettel, con 17 punti di ritardo su Lewis e quest’anno non c’è più il punteggio doppio nell’ultima gara) la Casa di Stoccarda potrebbe relegare il tedesco al ruolo di secondo, battezzando magari strategie di gara diverse più utili a tenere a distanza la Ferrari. E c’è da domandarsi come mai il rinnovo del contratto di Hamilton si stia prolungando ben oltre le previsioni: il pilota ha rivelato a Shanghai che il documento è composto da ottanta pagine in… legalese e non avendo un manager che gli cura gli interessi si legge e rilegge tutte le clausole temendo chissà quale sorpresa. Sarà, è molto più probabile che, trovandosi in un posizione di forza, voglia aggiungere qualche codicillo a suo favore per rendere più innocuo proprio Rosberg.

L’ALA NUOVA DELLA W06 HYBRID ERA PROGRAMMATA
Si è detto che la Mercedes abbia reagito alla sconfitta di Sepang anticipando degli sviluppi tecnici in Cina: in realtà il pacchetto aerodinamico visto a Shanghai è stato pensato proprio per le caratteristiche della pista orientale. La sofisticatissima ala anteriore e i diversi turning vanes, infatti, erano programmati per un impiego su un tracciato nel quale si cerca il carico senza penalizzare l’efficienza aerodinamica nel rettilineo di 1200 metri che è il più lungo del mondiale.

IN BAHREIN OCCHIO ALLA TENUTA DEI MOTORI!
Nel fine settimana si correrà in Bahrein dove la Ferrari lo scorso anno fece esplodere la sua profonda crisi tecnica che portò all’allontanamento di Luca Marmorini dal ruolo di capo dei motoristi del Cavallino. A posteriori si è scoperto che il progetto del tecnico toscano era tutt’altro che da buttare via, ma erano stati i ritardi in alcune forniture e la paura di una mancanza di affidabilità a spingere un’omologazione troppo conservativa. La power unit 059/4 ha fatto un importante salto di qualità (la conferma arriva dalla squattrinata Sauber che è miracolosamente quarta nel mondiale Costruttori, mentre l’anno scorso non ha colto nemmeno un punto iridato!), anche se le novità più importanti in fatto di camera di combustione devono ancora arrivare.

LA FERRARI PREPARA IL SALTO A BARCELLONA
La chiave della stagione sarà Barcellona, ma nell’Emirato scopriremo chi ha motori che non temono la distanza, rispetto a chi ha già la lingua di fuori. E potremmo scoprire delle sorprese, anche se sarà in Spagna, per la quinta prova del mondiale 2015, che vedremo le monoposto cambiare aspetto (la Ferrari potrebbe portare un muso corto, mentre la Red Bull adotterà un “naso” che si preannuncia molto innovativo) visto che dovrebbero fare il loro debutto le prime power unit evolute. Sul tracciato di Montmelò avremo la conferma delle vere ambizioni del Cavallino rampante: Maurizio Arrivabene professa di tenere i piedi per terra perché non vuole alimentare troppe aspettative, ma è indubbio che a Maranello si sentono piuttosto tranquilli sulla capacità di sviluppare la SF15-T. La macchina non solo ha corretto gli errori di progetto della F14-T, ma ha finalmente una galleria del vento che è in grado di produrre delle novità da introdurre sulla monoposto senza temere che debbano essere parcheggiate nei box dopo un turno di prove libere del venerdì.

L’ENTUSIASNO DI VETTEL CARICA LA SQUADRA
I musi lunghi che si vedevano nel Reparto Corse sono ora sorridenti, motivati: a Maranello è cambiato il clima. L’entusiasmo portato da Sebastian Vettel è contagiante, ma conta anche il pragmatismo imposto dal team principal (le evoluzioni vanno in macchina solo quando si è certi che diano dei vantaggi) per dare una continuità nella crescita della Rossa. La Ferrari sta consolidando il gruppo, le metodologie di lavoro. Dovrà andare all’attacco per rompere gli equilibri della Mercedes, perché sotto pressione gli uomini di Brackley s’impappinano e sbagliano scelte e strategie. Sono abituati a lavorare in tranquillità, ma non avranno più vita facile…

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