Iscriviti

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia
Ultime notizie

Honda con il compressore nella V: la McLaren è ultima

L'RA615 H ha alcune soluzioni inedite, ma manca di affidabilità. Una situazione che non piace al presidente

Il ritorno della Honda in Formula 1 non è stato certo entusiasmante: Kevin Magnussen non è riuscito nemmeno a schierarsi in ultima fila con la sua McLaren MP4-30 perché la sua power unit è esplosa nel giro di formazione della griglia. Jenson Button è rimasto da solo a chiudere lo schieramento del Gp d’Australia con la seconda monoposto di Woking. Anche un team prestigioso come quello di Ron Dennis, che ha vinto otto titoli mondiali, ha subito per la prima volta l’onta di qualificare due monoposto in fondo al gruppo. E il pilota inglese è stato anche l'ultimo pilota al traguardo, unico doppiato due volte dai leader.

DENNIS NON VOLEVA LA MINARDI COME VICINA DI BOX
Insomma un vero disastro per un team principal che negli anni d’oro non voleva la Minardi come vicina di box, ritenendo all’epoca la squadra romagnola poco rappresentativa della grande competitività del Circus. Peccato che Gian Carlo disponesse solo della decima parte del budget che la McLaren spende oggi per fare il fanalino di coda.

DUE MCLAREN IN ULTIMA FILA: UN DISASTRO
I top team hanno ucciso le squadre piccole un po’ alla volta e adesso non ci dobbiamo affatto sorprendere se a chiudere la fila ci sia un nome altisonante come la McLaren. Se la Manor dovesse “risorgere” dalle sue ceneri (le due monoposto erano a Melbourne ma non sono state in grado nemmeno di fare una messa in moto per la mancanza di software e pezzi di ricambio) ci sarebbe un “ultimo” in grado di evitare che due campioni del mondo come Jenson Button e Fernando Alonso (se farà il suo ritorno in Malesia) sia costretti all’umiliazione dei fanalini di coda.

UN RITARDO DI SEI MESI NELLE TEMPISTICHE GIAPPONESI
Il livello di preparazione della power unit Honda è imbarazzante: i giapponesi hanno sottostimato cosa significasse tornare ufficialmente nel Circus. Hanno avuto un anno di tempo per preparare il loro rientro nei Gp, ma sono arrivati terribilmente lunghi con le tempistiche, denunciando un ritardo di almeno sei mesi sui tempi che loro stessi si erano dati. Il Centro Ricerche di Sakura è in via di completamento, per cui solo da poco sono attivi i banchi dinamici sui quali cercare quell’affidabilità che manca.

MANCA IL KNOW HOW DEL TURBO E DELL’IBRIDO
Il fatto è che la Honda, quando è uscita dal Circus, ha fatto tabula rasa di tutto quello che era il know-how acquisito in anni di esperienza con il turbo e non è rimasto quasi nessuno nemmeno fra i tecnici per riallacciare un filo con la propria storia. Il 6 cilindri siglato RA615 H è stato progettato da un foglio completamente bianco da ingegneri quasi del tutto privi di esperienza in Formula 1.

BISOGNA ASCOLTARE GILLE SIMON
Anzi il gruppo di lavoro che orbita intorno a Yasuhisa Arai ha cercato la collaborazione di Gilles Simon, un tecnico molto stimato che è stato a capo del reparto motori della Ferrari per una decina di anni nell’era Schumacher. Il transalpino è riuscito a impostare un progetto molto ambizioso, con soluzioni tecniche particolarmente interessanti che necessitano, però, di un’adeguata sperimentazione.

IL COMPRESSORE E' MONTATO NELLA V
La collocazione del sistema di sovralimentazione, per esempio, è del tutto inusuale: i nipponici hanno messo il compressore nella V del sei cilindri, all’altezza della seconda coppia di cilindri, separandolo dalla turbina IHI, che è grande e di concezione aeronautica, con un alberino e mettendoci in mezzo l’MGU-H. L’idea è stata quella di concepire un lay out estremo nel packacing della power unit con il radiatore dell’ERS montato sopra a questo gruppo per avere tubazioni e raccordi molto corti e risparmiare peso.

GRAVI PROBLEMI DI RAFFREDDAMENTO
La triade tecnica della McLaren (Tin Goss, Matt Morris e Peter Prodromou) ha “vestito” la power unit con un abito molto stretto per sfruttare i minimi ingombri a fini aerodinamici. Una scelta così drastica ha creato grossi problemi di raffreddamento che hanno generato una serie di rotture a raffica, mettendo in evidenza una particolare debolezza dell’MGU-K. Si dice che nei test invernali di Barcellona ci fosse una solo unità evoluta disponibile che doveva essere rimontata ogni volta che si presentava un guaio (ormai bastano un paio di ore di lavoro per sostituire anche le complesse power unit).

SI AVRANNO DEI CHIARIMENTI SUL CRASH DI ALONSO: NESSUN MALORE
La carenza di pezzi di ricambio e, soprattutto, la mancanza di esperienza dei tecnici nipponici ha reso difficile e molto lungo il lavoro di sviluppo, tanto che sempre più spesso è stato chiesto l’aiuto degli ingegneri McLaren. C’è il dubbio, quindi, che anche a Woking non abbiano avuto le idee chiare sul da farsi e i ritardi vadano condivisi con chi sta al Technology Centre. E a rendere ancora più complicate le cose c’è stato il misterioso crash di Fernando Alonso a Barcellona: a Woking non hanno mai smesso di investigare cosa sarebbe successo domenica 22 febbraio, visto che escludono il malore (altrimenti non si parlerebbe di un ritorno dello spagnolo al Gp della Malesia) e la fantomatica scarica elettrica. E siccome nessuno ha mai creduto alla folata di vento, dovrà emergere (magari dall’inchiesta della FIA) che qualcosa è successo sulla MP4-30.

IL PRESIDENTE HACHIGO NON AMA LA FORMULA 1
A differenza della Red Bull Racing che non perde occasione per sparare cannonate contro la Renault, c’è una grande coesione fra McLaren e Honda. Finora non è venuta a galla alcun accenno polemico, ma per quanto tempo questa prestigiosa accoppiata potrà accettare di essere ultima nella griglia? Il nuovo presidente del colosso giapponese, Takahiro Hachigo, è stato nominato al posto di Takanobu Ito il giorno dopo il botto di Alonso. Un cambiamento drastico che non ha alcun legame con la Formula 1, ma con lo scandalo legato agli airbag difettosi che ha causato il richiamo dal mercato di oltre 20 milioni di veicoli. Se Ito è stato l’assertore del ritorno in F.1 della Honda, Hachigo è considerato un oppositore del programma nei Gp e l’avvio difficile della stagione non può che rafforzare la sua contrarietà…

Be part of Motorsport community

Join the conversation
Articolo precedente Ecclestone: "Mercedes aiutata dalla FIA sull'ibrido"
Prossimo Articolo La Williams vuole lo stesso motore della Mercedes

Top Comments

Non ci sono ancora commenti. Perché non ne scrivi uno?

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia