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Ferrari, quanto vale il podio di Vettel al debutto?

Il tedesco inizia in modo positivo la sua storia a Maranello, ma Arrivabene vuole un team più aggressivo

La Ferrari conquista il primo podio con Sebastian Vettel al debutto sulla SF15-T: i tifosi del Cavallino gongolano per il risultato ottenuto dal quattro volte campione del mondo a Melbourne all'esordio con la squadra di Maranello, ma non tutti gli osservatori sono dello stesso avviso. Anzi, i più critici sostengono che la F14 T, vale a dire la ciofeca dello scorso anno, era riuscita a conquistare nel 2014 il quarto posto con Fernando Alonso, rimediando un distacco di appena otto decimi superiore a quello che ha separato il tedesco al traguardo da Lewis Hamilton. Guardando la prestazione della Rossa da questo punto di vista ci sarebbe ben poco da gioire.

UN BUON SALTO DI QUALITA’
È tutto vero, i numeri sono numeri, ma i dati vanno un attimo interpretati: noi siamo dell’idea che la Ferrari ha fatto un salto di qualità importante nelle prestazioni, sarà da vedere se sarà confortato anche dall’affidabilità della power unit, dove ancora persiste qualche dubbio. Vedremo come lo 059/4 saprà resistere alle cinque gare senza importanti cali di potenza: il fatto che nelle libere le Rosse abbiano “risparmiato” dei chilometri è il segno indicativo che cercano di allungare la vita come si può, cercando di non arrivare alla fase critica (si sarebbe crepata una testa al banco in un test di durata).

VETTEL, UN PODIO PER COMINCIARE
Tanto per cominciare il quattro volte campione del mondo è salito sul podio, mentre Fernando era rimasto a bocca asciutta. Eppoi a precedere la SF15-T c’erano solo le due Mercedes (mentre nel 2014 Lewis Hamilton era stato costretto al ritiro), per cui la Ferrari diventa sul campo la seconda forza del campionato, usurpando il ruolo che, almeno sulla carta, dovrebbe essere della Williams. Il team di Grove ha sbagliato la tattica di gara e Felipe Massa si è ritrovato alle spalle di Vettel dopo il pit stop, ma sul passo gara è stato solo a sprazzi più veloce della Rossa.

UN DISTACCO UGUALE AL 2014 MA CHE PESA IN MODO DIVERSO
Ma torniamo un attimo ai 34 secondi di distacco: l’anno scorso la safety car era entrata in pista all’11esimo giro ed era uscita al 16esimo: Fernando Alonso aveva accumulato quel differenziale in 41 giri, mentre Sebastian Vettel ha spalmato questo divario in 52 giri, vale a dire con 11 tornate di differenza. Il margine che sul giro separa la Rossa dalle frecce d’argento si è, dunque, ridotto. Resta da capire se Lewis Hamilton e Nico Rosberg hanno viaggiato di conserva (il tedesco si è reso conto in fretta che non sarebbe riuscito a scalfire la supremazia del campione del mondo), badando ai consumi (come si è capito dalle comunicazioni radio) o volendo nascondere le carte, visto che si è sensibilmente ridotto il gap fra i tempi sul giro della qualifica e quelli della gara, passando da un distacco di 1”3 in prova a circa 0”6 in gara.

LA MERCEDES NON SPARA TUTTE LE CARTUCCE
La sensazione è che la squadra di Brackley preferisca non “irritare” gli avversari (Christian Horner e Helmut Marko minacciano che la Red Bull possa di lasciare la F.1 se non verranno presi dei provvedimenti normativi…), ma disponga ancora di un vantaggio di assoluta tranquillità. Ed è interessante analizzare che Paddy Lowe e Aldo Costa hanno cambiato l’approccio nello sviluppo della W06 Hybrid: non inseguono le alte velocità come l’anno scorso, ma privilegiano il carico aerodinamico, seguendo la filosofia che in passato ha portato sugli allori la Red Bull Racing.

ARRIVABENE VUOLE UNA SQUADRA PIU’ CORAGGIOSA
E, infatti, Maurizio Arrivabene, lucido team principal del Cavallino, non si accontenta di essere l’inseguitore delle Mercedes, ma pretende che la squadra che dirige cominci a ragionare in grande. Non gli piace un team che si accontenta, senza esprimere il suo massimo potenziale. Vuole tattiche di gara spregiudicate per mettere, eventualmente, in difficoltà chi sta davanti. L’obiettivo del bresciano non è tenere a bada la Williams, ma provare ad andare a prendere le Mercedes, per sperare di agguantare quei due successi promessi a inizio anno, quando (prima o poi) scoppierà la guerra fra i piloti di Toto Wolff.

MIGLIORATA LA POWER UNIT 059/4
La strada è ancora lunga, ma i segnali sono positivi. Il fatto che nel mondiale Costruttori dietro alla Ferrari, seconda, sia spuntata la Sauber che l’anno scorso non ha preso nemmeno un punto, testimonia che qualcosa è successo. I motoristi di Mattia Binotto hanno capito come far funzionare l’ibrido a dovere sullo 059/4. Marcus Ericsson con la C34 ha ottenuto la migliore velocità massima con 305,7 km/h al T3, precedendo Kimi Raikkonen accreditato di 304,8 km/h. L’anno scorso era impensabile che il motore Ferrari potesse svettare alla speed trap. E anche questo è un dato positivo. Gli oltre 40 cavalli che hanno energizzato il propulsore del Cavallino non bastano a sfidare le frecce d’argento, ma sono sufficienti a mettersi alle spalle le altre monoposto.

LA SF15-T E’ UNA MONOPOSTO SANA
James Allison e Simone Resta, capo progettista, hanno messo mano agli “errori terribili” della F14 T, per cui la SF15-T è una macchina sana, con ampi margini di crescita (paga ancora qualcosa in trazione all’uscita dalle curve), ma non ha comportamenti anomali visto che ha rivitalizzato anche Kimi Raikkonen, lo “zombie” dello scorso anno. Il finlandese avrebbe potuto portare a casa punti importanti se non avesse dovuto fare i conti con la filettatura del mozzo della ruota posteriore sinistra che si è spanata nella sosta ai box. Iceman è stato fermato subito dopo il secondo pit nel dubbio che si staccasse il cerchio mal serrato, evitando così la penalizzazione della FIA per unsafe release.

MOZZO SPANATO: E’ DAVVERO COLPA DI KIMI?
Raikkonen nel dopo gara ha ammesso di aver fatto slittare la frizione un attimo prima della ripartenza del primo pit stop e potrebbe aver sfilettato il mozzo (non il dado che è ormai attaccato al cerchio). Ma la ruota posteriore sinistra si serra a destra, in senso contrario a quello di marcia per cui non dovrebbe essere stata quella la causa del danno (certo che Kimi con i pulsanti non ha un buon rapporto visto che alla prima curva si è trovato senza trazione per l’entrata in funzione dell’anti-stallo). È più probabile che ci sia stato un problema di materiale (si cerca la massima leggerezza): toccherà ai tecnici del Cavallino trovare una risposta perché il problema non si ripeta.

INIZIA L’INSEGUIMENTO ALLE FRECCE D’ARGENTO?
Certo che il finlandese, fresco papà, ha rivelato un passo di gara molto interessante con picchi da giro veloce che evidenziano una buona stabilità prestazionale della Ferrari: basta per stare davanti alla Williams, ma non è abbastanza per acchiappare le frecce d’argento. A Maranello stanno preparando importanti novità per iniziare l’avvicinamento alla coppia di testa. Intanto si parla di un muso corto che, forse, potrebbe arrivare a Sepang…

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