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Toro Rosso: la STR10 è una Red Bull solo per metà

La monoposto faentina di James Key ha il retrotreno comune, ma le scelte aerodinamiche sono autonome

La Toro Rosso ha tolto i veli nella pit lane di Jerez: è la prima monoposto del 2015 che si vede dal vero, senza lanci via web. Il team di Faenza inizia la decima stagione della sua storia in Formula 1 e ha voglia di rilanciarsi puntando tutto su due piloti debuttanti giovanissimi: Max Verstappen, che resterà il più giovane della storia del Circus con i suoi 17 anni, e Carlos Sainz jr. Sono due figli d’arte che hanno voglia di cancellare il ricordo dei genitori, cercando un posto stabile nell’Olimpo dell’automobilismo.

LA COPPIA DI PILOTI PIU’ GIOVANE DELLA STORIA
Franz Tost affida a due ragazzini quasi imberbi le sorti di oltre 430 persone, vale a dire il nucleo di persone che ormai costituiscono la realtà romagnola (con annessa antenna tecnologica inglese a Bicester) che ormai non è più da piccolo team ma comincia ad avere ambizioni più consistenti.

COLLABORAZIONE CON RED BULL TECHNOLOGY
La Toro Rosso l’anno scorso ha pagato una power unit Renault poco competitiva e si è accontentata del settimo posto nel mondiale Costruttori: le ambizioni e gli investimenti del team portano ad alzare l’asticella, puntando ad una più stretta sinergia di gruppo con la Red Bull Technology.

IL MUSO E’ IN STILE FERRARI MA SENZA IL GOZZO
James Key, direttore tecnico della struttura faentina, ha avuto un compito facilitato perché ha potuto attingere a piene mani alle esperienze della Red Bull Technology, senza tradire la scuola romagnola. Il muso della STR10 non ha niente da spartire con il “bulbo” di Milton Keynes, ma anzi richiama quello di Ferrari e McLaren che abbiamo visto in questi ultimi giorni, senza avere il gozzo da pellicano nella parte inferiore.

DUE CORNA PER LE TELECAMERE ANTERIORI
Il naso è lungo e si protende ben oltre l’ala anteriore, anche se la scocca non è particolarmente alta, visto che deve ricorrere alle due “corna” in stile Mercedes per collocare le telecamere della FIA.

BOCCHE DEI RADIATORI LARGHE, MA MOLTO SVASATE SOTTO!
La sospensione anteriore mantiene lo schema push rod, con il braccio dello sterzo che è allineato a quello del triangolo superiore, seguendo una moda che è stata seguita da tutti. Le bocche dei radiatori sono triangolari e raggiungono quasi il massimo della larghezza consentita, ma sono molto scavate nella parte inferiore per favorire il passaggio dei flussi verso il retrotreno, tant’è che sul fondo c’è un “marciapiede” molto più pronunciato delle monoposto viste fino a oggi. La fiancata, quindi, comincia a stringersi molto in fretta, seguendo un concetto già visto sulla RB10 dello scorso anno.

PASSO PIU’ LUNGO E IL V6 TURBO E’ STATO AVANZATO
Visivamente la macchina, che ha mantenuto i tradizionali colori, sembra più lunga ed è cresciuta oltre che nel passo anche nel retrotreno, grazie all’avanzamento del V6 Turbo Energy F1 Hybrid Renault di circa 100 mm: le ruote posteriori sono state allontanate dalle pance potendo definire una zona a Coca Cola molto rastremata per facilitare il passaggio dei flussi verso il diffusore posteriore.

IL RETROTRENO E’ IN COLLABORAZIONE CON RED BULL E RENAULT
L’installazione della power unit Renault quest’anno è identica a quella della Red Bull: per questo le centraline dell’ERS che sulla STR9 erano sistemate vicino al pacco batteria, sono state spostate nelle pance proprio com’era già sulla RB10. Tutto il retrotreno è stato sviluppato a Milton Keynes nella maggior parte delle componenti, cambio e sistema idraulico compresi. Per cui anche il sistema di controllo del brake-by-wire è stato trasferito nelle fiancate nel posto che è stato lasciato libero dall’abolizione del FRIC.

MONO-PILONE PER L’ALA POSTERIORE
La sospensione posteriore con il tradizionale schema pull rod si giova dell’esperienza Red Bull, mentre l’attacco dell’alettone posteriore è a mono-pilone con un Monkey seat che sembra voglia “lavorare” anche con i gas caldi dello scarico unico.

ROOL HOOP GRANDE CON LA DOPPIA PRESA
Della STR1O colpisce molto la zona del roll hoop: James Kay ha mantenuto la presa dinamica doppia che era stata pensata da Luca Furbatto per la STR9, con la parte superiore ad alimentare il V6 Turbo e due piccole orecchie esterne per il radiatore del cambio e quella inferiore destinata a raffreddare i pacchi radianti dell’ERS. Solo che l’esecuzione che ne è venuta fuori è piuttosto massiccia, mentre il resto della macchina è tutt’altro che giunonica. Una piccola pinna dorsale accompagna il cofano motore.

CERCHI APPE TECH E PINZE VERTICALI
Nuovi i cerchi App Tech: attraverso le razze colorate d’oro si nota la pinza dei freni che è posizionata verticalmente: James Key non ha voluto correre rischio di affidabilità e ha preferito mantenere uno schema di montaggio classico. La STR10, che ha già svolto uno shake down a Misano sfruttando il primo filmimg day, dovrebbe essere una delle squadre della seconda fascia più a posto per iniziare in modo positivo la stagione 2015. E molto dipenderà non tanto dalla velocità dei due piloti che sono dei talenti, quanto dalla loro capacità di saper trasferire ai tecnici delle buone informazioni per sviluppare la vettura…

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