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Lotti: "Con il TCR può rinascere il turismo nel mondo!"

Il manager modenese incontra oggi a Barcellona i promoter delle serie nazionali e domani i Costruttori

Lotti:

Barcellona per due giorni sarà l’ombelico del mondo del TCR, la nuova categoria turismo che viene lanciata da Marcello Lotti: oggi il promotore modenese incontrerà in Spagna i responsabili delle varie nazionalità che vorranno adottare la regolamentazione del TCR e domani sempre in Catalunya ci sarà un importantissimo meeting con le Case che si sono dichiarate interessate a omologare una vettura elegibile per quello che potrebbe diventare un interessante mercato a livello mondiale.

Marcello Lotti ha le idee chiare: le corse turismo hanno bisogno di un punto di ripartenza con un prodotto riconoscibile e a basso costo…
“Dopo essere uscito dal WTCC ho avuto un anno per riflettere e mi sono guardato intorno: ho notato che in ogni angolo del mondo c’erano delle Seat Leon Copa. In Italia come in Russia o negli Emirati. E allora ho capito che, forse, il mercato vuole quel genere di vetture: prestazionale, divertente ma con costi molto gestibili”.

Il TCR, quindi, non nasce come entry level del WTCC?
“No, assolutamente”.

E qual è l’obiettivo allora?
“E’ semplice. Abbiamo pensato di parlare con altri Costruttori, oltre che con la Seat, per vedere se l’idea di offrire ai team un customer service per vetture turismo potesse interessare. E alcuni Costruttori hanno capito il messaggio istantaneamente. Alcuni hanno risposto che erano pronti a costruire una vettura direttamente, altri hanno preferito autorizzare una engineering per realizzare la macchina secondo il regolamento TCR”.

Per lanciare il TCR che sarà adottato nei vari campionati nazionali, avete deciso di organizzare una serie internazionale. Ha senso partire dal vertice per arrivare alla base?
“Abbiamo chiesto ai promoter nazionali e regionali cosa pensassero del regolamento TCR e non appena a luglio è uscita la notizia abbiamo avuto l’interessamento di molte nazioni pronte a importare la serie. Per lanciare il prodotto, per fare vedere le vetture, per dimostrare che il balance of performance funziona, abbiamo deciso di creare una serie internazionale che servisse come fiore all’occhiello della categoria. Ovviamente, per l’esperienza che abbiamo maturato a livello internazionale, cercheremo di lanciare il miglior campionato possibile: l’intenzione è di allestire un palcoscenico che sia in grado di offrire un bello spettacolo a chi lo verrà a vedere”.

Il TCR non è un campionato che si rivolge alle Casa ufficiali ma ai team che magari potranno godere del supporto di un Costruttore?
“Ci rivolgiamo ai team. La Casa vede il TCR come un’opportunità per offrire un servizio ai clienti sportivi. Ci sarà il Trofeo Team e non quello Marche. E’ stato pensato un regolamento tecnico con un costo che deve essere accessibile: la vettura sarà disponibile pronta corsa a un prezzo variabile fra i 75 mila e i 90 mila euro”.

Il costo d’acquisto sembra competitivo…
“Certo, basso prezzo d’acquisto della vettura, ma soprattutto bassissimi costi di gestione: se non ci saranno incidenti potrebbero essere quelli di un… car wash. Il motore di serie, con la coppa bagnata, potrà fare fino a 40 mila chilometri senza revisioni. La spesa maggiore, danni a partem sarà quella per gomme e freni!”.

L’idea, quindi, è di riavvicinare i team, ma anche le Case al turismo…
“Sì, in molte nazioni anche importanti dal punto di vista automobilistico mancano dei campionati turismo degni di questo nome. Una squadra che partecipa alla propria serie nazionale con un pilota può poi decidere di farlo crescere con un’esperienza internazionale a un costo ragionevole. E, giusto per fare un esempio, se un costruttore come la Volkswagen, decidesse di smettere nel WRC dopo aver dominato la categoria, potrebbe decidere di partecipare a un’altra serie iridata FIA, perché si era già avvicinata al turismo TCR e gli basterebbe un up-grade per fare il salto. Insomma il TCR sarà una categoria base per formare squadre e piloti interessati al turismo”.

Quali sono i costruttori interessati al TCR?
“Il primo anno sarà interlocutorio, perché alcuni marchi entreranno nel campionato solo a partire da maggio, perché prima non avranno la macchina pronta. Mi dispiace perché le prime due gare della serie 2015 saranno concomitanti con la Formula 1, ma comunque non partiremo con meno di venti vetture, per crescere nel corso della stagione. Oggi possiamo contare su Seat, Honda, Vw, Ford e Opel. In realtà quest’ultimo marchio farà correre l’attuale Astra OPC in versione VLN, in attesa che a fine anno arrivi il modello nuovo a quattro porte che la Casa allestirà per i suoi clienti sportivi”.

Ha senso far partire subito anche i campionati nazionali, visto che ci sono molte Case in ritardo?
“Ne parleremo oggi con i promotori dei singoli campionati, l’ideale sarebbe se lanciassero delle categorie promozionali in vista di un campionato 2016. Italia, Benelux, Portogallo, Stati Uniti, la serie regionale asiatica sarebbero pronti a partire e arriveranno anche i russi e gli italiani invece vogliono la titolazione”.

Quale sarà il livello delle squadre?
“Molto buono: ogni team deve acquistare una entry card che resta a loro a vita. Io ho un’opzione di ricomprarla al prezzo che gliel’ho venduta se decidessero di uscire dalla serie. Dobbiamo tenere un profilo basso: siamo una serie customer che aiuterà moltissimo anche il mondiale turismo”.

Ogni team dovrebbe schierare tre vetture: nell’elenco per adesso ci sono Engstler (che partirà con le Seat per poi passare alle Golf), West Coast (Honda), Target (Seat), Onyx (Ford), Pro Team (Ford), Campos (Opel) e Zengo (Seat). Diverse squadre che partiranno con le Leon potrebbero cambiare marchio nel corso della stagione.

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