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Ganassi centra la sesta vittoria alla 24 Ore di Daytona

Successo della Riley-Ford di Kanaan, Dixon, Larson e McMurray davanti alla Chevrolet-Corvette di un secondo!

La 53esima edizione della 24 Ore di Daytona è stata vinta dal team Ganassi che colleziona il sesto successo nell’appuntamento americano dell'United Sportscar che apre ufficialmente la stagione 2015. Con la Riley-Ford EcoBoost DP si sono imposti Tony Kanaan, Scott Dixon, Kyle Larson e Jamie McMurray alla conclusione di una gara thrilling caratterizzata da una perfetta condotta strategica.

L’equipaggio di Chip Ganassi ha prevalso di appena 1”333 dopo una battaglia durata 740 giri sulla Chevrolet-Corvette di Christian Fittipaldi, Joao Barbosa e Sebastien Bourdais, vittoriosi l’anno scorso con l'ActionExpress Racing.

Il grande sconfitto è stato il team Taylor che era al comando fino a pochi minuti dalla bandiera a scacchi: Jordan Taylor, infatti, è stato costretto a rientrare ai box per un clamoroso errore nella strategia, quando era ormai certo di poter tagliare il traguardo per primo. Il regolamento di Daytona, infatti, vieta che lo stesso pilota possa guidare più di quattro ore nello spazio di sei: Jordan Taylor, allora, è stato costretto a rientrare in pit lane per non sforare il termine, proprio quando la corsia era chiusa.

E così Ricky Taylor quando è tornato in pista si è visto appioppare un’inevitabile penalità che è costata non solo il successo finale, ma anche il posto d’onore. Insomma una vera e propria beffa per la Chevrolet-Corvette del WTC che aveva anche il nostro Max Angelelli a completare l’equipaggio: Taylor ha concluso la 24 Ore con un distacco di 1’07”074, una vera disfatta quando aveva già assaporato il dolce gusto del successo.

La chiave di volta del successo della Riley – Ford di Ganassi è stata l’eccezionale capacità di Tony Kanaan di saper andare dannatamente forte mantenendo dei consumi più bassi che gli hanno permesso di mantenere un passo insostenibile per tutti gli altri.

I primi tre sono rimasti raccolti in un fazzoletto, mentre l’equipaggio quarto classificato ha concluso con un distacco di sei giri: Westbrook, Valiante, Rockenfeller e Cosmo con la Corvette – Chevrolet del visitflorida.com Racing non sono mai stati in grado di inserirsi nella battaglia al vertice.

Un problema al cambio, invece, ha fermato la seconda vettura di Ganassi affidata a Scott Pruett, Joey Hand, Charlie Kimball e Sage Karam. Guai anche per la Ligier-Honda del team Shank partita dalla pole ma afflitta da problemi tecnici e coinvolta in incidenti: Negri, Allmendinger e McMurry hanno dovuto fare i conti con l’inconsistenza del gentleman driver Pew. Spettacolare è stata la rimonta della seconda Corvette – Chevrolet dell’ActionExpress: la vettura che è stata guidata anche dal nostro Max Papis è riuscita a partire in ritardo per un problema tecnico e poi si è prodotta in una gara molto consistente che l’ha portato al settimo posto assoluto, anche se a 19 tornate dai vincitori.

La prima Gran Turismo si è arrampicata fino al quinto posto assoluto: la Corvette C7.R si è assicurata la classe GTLM con Ryan Briscoe, Antonio Garcia e Jan Magnussen, il papà del terzo pilota della McLaren. La lotta è stata appassionante in un susseguirsi di problemi, colpi di scena e uscite di strada. La BMW del teamTLL con Auberlen, Werner, Farfus e Spengler ha pagato un pit stop lento e ha concluso la corsa priva del paraurti dopo un incidente.

Pessimo il week end della Ferrari che non ha visto nemmeno una vettura al traguardo: la 458 del team Risi è stata fermata da un problema elettrico, dopo che Pierre Kaffer aveva vissuto un brivido nelle prime battute evitando per un pelo un Prototipo bloccato in mezzo alla pista. Anche Bruni, Vilander e Collard non hanno fatto molta strada per colpa del gentleman francese Perrodo che è ripartito da un testacoda mentre stava arrivando l'Aston Martin leader della classe GTD.

Inevitabile il duro contatto così come il ritiro delle due vetture. Male anche le Porsche 991 che alla fine si sono autoeliminate fra di loro. La classe LMPC ha visto il successo dell’Oreca – Chevrolet di Guasch-Novich-Palmer-Kimber-Smith, mentre la GT Daytona è andata alla Dodge Viper di Keating, Carter, Lawrence, Wittmer e Farnbacher. Diciotto le safety car, l'ultima delle quali per spegnere il rogo della PR1/Mathiasen di Colin Braun che è andato a sbattere duramente a muro: pilota incolume, ma vettura da buttare...

United SportsCar - 24 Ore di Daytona - Gara

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