Guintoli: "Non abbiamo mai sbagliato quando contava"
Il pilota dell'Aprilia festeggia il suo primo Mondiale e lo dedica alla moglie: "Mi ha dato forza e stabilità"
Il weekend di Losail è stato una vera e propria apoteosi per Sylvain Guintoli: per la prima volta nella sua carriera il pilota francese ha completato una doppietta, ma la cosa più importante è che questo doppio trionfo è valso la corona di campione del mondo al portacolori dell'Aprilia. Un trionfo che sembrava impensabile un paio di mesi fa, quando si ritrovava a 44 punti da Tom Sykes. Un finale di stagione increbile, con tre successi nelle ultime quattro manche, gli ha consentito però di ribaltare le sorti del campionato e di imporsi per sei lunghezze.
E' normale quindi che l'emozione sia stata tanta per "Guinters" quando è stato stretto nel caloroso abbraccio della sua famiglia, anche perché per il transalpino si tratta del primo successo importante in carriera ed arriva a 32 anni. Si tratta però del giusto premio per chi ci ha sempre creduto ed ha saputo sfoderare due gare strepitose quando contava di più.
"Sapevo che dietro di me c'era Tom e che avrebbe dato tutto per cercare di ripassarmi, quindi da metà gara ho cercato di andare davvero al limite. Ho iniziato a girare in 1'57" alto ed ho avuto la sensazione di non aver mai guidato tanto bene nella mia vita. Voglio ringraziare la squadra perché non abbiamo sbagliato mai niente quando contava e questo è un gran momento per me" ha detto a caldo Sylvain.
A pochi giri dal termine ha realizzato che il titolo era vicino e questo lo ha un po' deconcentrato, quindi ha provato a tenere questo pensiero lontano fino alla bandiera a scacchi: "A cinque o sei giri dalla fine avevo un vantaggio importante, quindi ho deciso di provare a prendermi qualche rischio in meno, ma i tempi sono rimasti comunque molto buoni. Quando ho pensato che stavo per farcela mi è sembrata non finire più, quindi sono tornato a concentrarmi sui tempi sul giro".
Quando poi gli è stato chiesto a chi voleva dedicare questa impresa, Sylvain non ha avuto dubbi: "Questa vittoria devo dedicarla a mia moglie, perché per tutta la stagione le ho fatto una testa così, perché ci sono stati tanti momenti di stress, con tanta pressione, mi ha dato una forza ed una stabilità che sono state fondamentali per raggiungere questo trionfo".
Non è facile però per il momento realizzare di essere campione: "Nel finale di stagione ho avuto tanta pressione, perché dopo Laguna Seca ero a 44 punti da Tom, quindi sapevo che non potevo fare errori. Qui ho dato tutto, ho rischiato più del solito, ma credo di aver guidato davvero bene. Però faccio ancora un po' fatica a capire di essere campione del mondo".
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