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Quale Ferrari serve per la risalita del Cavallino?

La squadra di Maranello delude a Monza, mentre è rottura fra Marchionne e Montezemolo

E se Fernando Alonso si fosse stufato di aspettare? La Ferrari ha sempre brillato per l’affidabilità delle Rosse. Lo spagnolo era da 86 Gp (Malesia 2010) che non si fermava per un problema tecnico. È successo a Monza nel 28esimo giro del Gp d’Italia. Si è rotto l’MUG-H, il motore elettrico che recupera l’energia del turbo, costringendo l’iberico a parcheggiare nella via di fuga della Prima Variante per evitare anche il possibile cedimento del propulsore termico. Molti tifosi del Cavallino che hanno pagato profumatamente il biglietto di tribuna si sono alzati e se ne sono andati. Delusi. Traditi.

I TIFOSI ASPETTAVANO IL MIRACOLO
Sapevano che Kimi Raikkonen avrebbe avuto il ruolo della comparsa e non era certo sull’abulico finlandese che facevano affidamento. I tifosi si aspettavano il “miracolo” da Fernando, ma la F14 T sembra aver perso anche il tocco magico in partenza che spesso ha permesso all’asturiano di recuperare in fretta le posizioni perse in qualifica.

LE BORDATE DI MARCHIONNE
Più o meno nello stesso momento del naufragio di Alonso ha iniziato a tirare le sue bordate Sergio Marchione. Il grande capo della FCA non era lontano, ospite al Forum di Cernobbio. Ha preferito il consesso economico alla Formula 1. Per affondare Luca di Montezemolo sparando sotto la linea di galleggiamento. Sabato il presidente del Cavallino nel paddock di Monza aveva smentito le dimissioni, mettendo in risalto gli eccellenti risultati economici che porteranno anche quest’anno a un bilancio da record (l’ultimo è stato di 300 milioni di euro di utile al netto delle tasse). Marchionne, invece, ha trafitto Montezemolo sullA Formula 1. Il suo fiore all’occhiello. Un colpo al cuore, come se quattordici titoli mondiali (6 piloti e 8 costruttori) al vertice del Cavallino (se ne possono aggiungere tre, quelli da direttore sportivo quando era il consigliere di Enzo Ferrari, nell’era di Niki Lauda) non contassero più niente.

QUATTORDICI TITOLI MA ADESSO L’ATTESA DURA DAL 2008
Gli ori di casa avrebbero bisogno di una lucidatina, visto che è dal 2008 che non arriva un titolo iridato e l’andamento della squadra è in preoccupante caduta. Proprio a Monza la squadra di Maranello si è inchinata alla Williams cedendole il terzo posto nella classifica del mondiale Costruttori, che ora la squadra di Grove difende con dieci punti di vantaggio sulla Rossa.

RITORNA L’INCUBO DEL 1993 SENZA VITTORIE
L’incubo del 1993 si sta materializzando: bisogna tornare a ventun anni fa per trovare una Ferrari incapace di vincere un Gran Premio. Era l’epoca in cui Jean Todt aveva preso in mano il timone del Reparto Corse per impostare una lenta e graduale risalita che si è materializzata solo nel 1999 con la conquista del primo mondiale Costruttori della sua gestione. Vale a dire sei anni dopo.

SI PUO’ FERMARE LA SUPREMAZIA MERCEDES?
Sergio Marchionne quanto tempo sarà disposto ad aspettare ancora, perché il nuovo ciclo di sei anni sta scadendo. Ma c’è da chiedersi anche quanto sia intenzionato ad attendere Fernando Alonso? Chiuso il ciclo della Red Bull Racing con Sebastian Vettel che ha centrato quattro titoli di fila, ora sembra essersi aperto il momento della Mercedes. Le frecce d’argento mostrano una superiorità tecnica indiscutibile che non sembra aggredibile l’anno prossimo. Matteo Mattiacci, infatti, che si è caricato sulle spalle il peso della Gestione Sportiva dopo l’uscita di Stefano Domenicali, chiede tempo. Il manager romano sta cambiando le strategie di lavoro, l’organizzazione della squadra, nella speranza di mettere le basi alla rinascita.

COSA HA IN TESTA FERNANDO?
I piani della squadra, infatti, rischiano di non essere allineati con quelli del pilota. Lo spagnolo insegue la chimera iridata ferrarista dal 2010 e si vede passare sotto al naso l’offerta della Honda che è pronta a trattarlo da principe se mai accettasse di tornare alla McLaren. Il cuore gli dice di onorare il contratto che lo lega al Cavallino fino al 2016, ma se vuole ha gli argomenti per girare l’angolo e correre a Woking senza troppi sensi di colpa.

NESSUNO E’ INDISPENSABILE
Finora la sua stella polare era Luca di Montezemolo. La prevedibile uscita del Presidente dalla Ferrari potrebbe cambiare le carte in tavola. Qual è la squadra che Sergio Marchionne ha in testa? Per piegare la Mercedes ci vuole la totale autonomia che ha sempre rivendicato Luca di Montezemolo dall’azionista FIAT, oppure il Cavallino deve diventare un pezzo integrato di un nuovo sistema FCA che sta lentamente prendendo corpo? “Nessuno è indispensabile” ha tuonato Sergio Marchionne da Cernobbio, quasi invocando il ricambio, prima di quella che dovrebbe essere la chiamata di Montezemolo al vertice della nuova Alitalia (è gradito agli arabi come agli italiani). E’ difficile pensare una Ferrari senza Luca. Il presidente ha interpretato in modo moderno l’eredità del Commendatore dando una continuità al mito. E bisogna ricordare cosa era diventato il marchio del Cavallino quando è stato richiamato alla tolda di comando: in gamma c’era la 348, una vettura con diversi componenti FIAT che evocava tutto ma non il sogno e l’esclusività, caratteristiche imprescindibile del DNA Ferrari.

MARCHIONNE OGGI SAREBBE A MARANELLO!
Per uno strano gioco del destino, Sergio Marchionne è dato oggi a Maranello. Non come azionista della Ferrari, ma come membro del consiglio di amministrazione della Phillip Morris. Il più munifico sponsor della squadra del Cavallino avrebbe programmato una giornata “ludica” a Fiorano per consentire ai manager top di girare con le Rosse. Il numero uno di FCA s’incontrerà con Luca di Montezemolo? Si parleranno a quattr’occhi o continueranno a lanciarsi messaggi a mezzo stampa?

NEL MIRINO ROSS BRAWN E SEBASTIAN VETTEL?
La nuova Ferrari dovrà essere in continuità con l’azione del Presidente o ci sarà una cesura con il passato? Se ci sarà un taglio netto, allora aspettiamoci grandi cambiamenti. Non dovremo sorprenderci se risentiremo parlare di Ross Brawn e Sebastian Vettel. Due nomi ricorrenti a Maranello negli ultimi mesi, ma allora prepariamoci perché la Gestione Sportiva potrebbe essere rivoltata come un calzino. Con o senza Fernando Alonso. Voi cosa ne pensate?

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