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Ad Imola caldo e spettacolo per il Trofeo Amatori

I vincitori sono Gallucci, Polidori, Leotta e Pilisi; i titoli restano tutti in gioco

Il quarto round del Trofeo Italiano Amatori si è disputato ad Imola in una giornata calda, con temperature prossime ai 30°, in cui il sole è stato a tratti velato da nubi sottili, e in condizioni comunque ideali per consentire a tutti i piloti di esprimersi al meglio delle proprie possibilità.

Lo dimostrano i tempi delle gare che in tutte e quattro le categorie hanno migliorato le pole position; ottimamente supportati dalla monogomma Metzeler Racetc Interact K1, tutti i maggiori protagonisti sono scesi sotto il muro dei due minuti.

I vincitori di tappa sono, nella 600 Base, il ventottenne abruzzese Alessio Gallucci (Yamaha) che ha anche siglato il giro record in 1’59”8, crono decisamente ragguardevole per la categoria di ingresso; il ventiquattrenne toscano Gabriele Polidori (Honda) nella 1000 Base, che ha girato in 1’58”5; il diciassettenne siciliano, residente in Toscana, Luciano Leotta (Honda), wild card nella 600 Avanzata, che ha stampato un eccellente 1’58”9; il ventisettenne comasco Denis Pilisi (Kawasaki) che nella 1000 Avanzata è sceso fino ad 1’57”1.

Da sottolineare dunque il sensibile abbassamento dell’età media dei vincitori, segno che il Trofeo Italiano Amatori continua a svolgere un prezioso ruolo di formula di apprendistato per giovanissimi e debuttanti, ed il progresso della Base, in cui le prestazioni anche degli esordienti migliorano di gara in gara.

In testa alla classifiche di campionato si trovano il diciassettenne milanese Alessio Terziani (Yamaha) che nella 600 Base ha 830 punti contro gli 810 di Gallucci; il trentatreenne veneto Elia Sebenico (BMW) che nella 1000 Base vanta un bottino di 740 punti ed è inseguito a quota 610 da Polidori; il trentaseienne milanese Nicola Quinto (Honda) nella 600 Avanzata, con appena 10 punti di vantaggio su Benedetto Noberasco (Ducati) e 40 su Mirko Temporin (Yamaha), e il quarantaseienne pesarese Fabrizio Fiorucci (Ducati) che nella 1000 Avanzata ha 740 punti contro i 660 di Pilisi ed i 610 di Fabrizio Orlando (BMW).
Tutti i titoli sono dunque ancora in ballo e sarà l’emozionante appuntamento con il quinto ed ultimo round, il 5 ottobre al Mugello, a decretare i campioni 2014.

600 BASE
E’ il diciottenne marchigiano Pietro Lausdei (Honda), partito con il secondo tempo, a scattare meglio dalla griglia di partenza della 600 Base ed a condurre alla fine del primo giro. Poi il leader del campionato Terziani prende il comando delle operazioni ma dalla quinta tornata Gallucci passa alla Tosa, si installa in testa e, a suon di giri veloci, allunga nettamente sugli inseguitori. Terziani e Lausdei conservano agevolmente le altre due posizioni da podio mentre nella immediate retrovie la wild card Manuele Mantovani (Kawasaki) prima rimonta e poi tiene a distanza, nell’ordine, Ludovico Riccio (Yamaha), Massimo Scalvini (Honda) e Ilenia Faeckl (Yamaha) che è protagonista di un prolungato e spettacolare duello con i due compagni di plotoncino. Il futuro architetto Gallucci, al primo anno di gare, ha ringraziato il team Arm Race Production che gli ha messo a disposizione una moto perfetta per l’intero week end ed ha dichiarato il proprio amore per Imola. Terziani ha ammesso che dopo un errore commesso alla variante alta, in bagarre con Gallucci, non è riuscito a riprendere il ritmo e si è accontentato, pensando alla classifica. Lausdei, che ha finalmente sostituito la sua Honda del 2003 con una del 2007, non ha avuto molto tempo per trovare il feeling giusto ma, conoscendo il valore degli avversari, ha tentato il colpo di mano iniziale, portando a casa alla fine il miglior risultato possibile.

1000 BASE
Gara estremamente spettacolare quella della 1000 Base interrotta all’ottavo giro per una caduta di Diego Pensalfini (Suzuki), fortunatamente senza gravi conseguenze per il pilota, con classifica alla tornata precedente in cui è transitato per primo sotto la bandiera a scacchi la wild card argentina Mauro Fuca (Ducati) penalizzato però di 20” per partenza anticipata. La vittoria è andata così al toscano Gabriele Polidori (Honda), si può dire meritatamente per l’avvincente duello ingaggiato con l’avversario sudamericano (senza sapere della penalizzazione), con il quale non si è sottratto anche al corpo-a-corpo, e con il trentaseienne comasco Marco Saibene (BMW), salito sul secondo gradino del podio con il giro più veloce in 1’58”5, ma anche per l’assoluta inesperienza sull’impegnativo tracciato imolese. Terzo proprio Pensalfini davanti al leader del campionato Elia Sebenico (BMW) che, grazie al quinto posto, diventato quarto dopo la retrocessione di Fuca, mantiene un discreto margine nella generale sullo scatenato Polidori. Il veneto, debuttante ad Imola, è partito male ed ha dovuto fare i conti con il comando del freno difettoso che lo ha costretto anche ad un dritto; la sua gara è stata comunque all’insegna della progressione. Grintosa la prova della wild card argentina Crexell (Ducati) che ha preceduto il veneto Polcan (Honda) e il pugliese, residente a Bologna, Carlo Celiberti (Honda) che nella Base ha ritrovato la propria adeguata dimensione agonistica risultando molto positivo sia in prova sia in gara.

600 AVANZATA
La presenza in pista di Benedetto Noberasco (Ducati) è sinonimo di spettacolo e la regola della 600 Avanzata si è confermata anche ad Imola. Il quarantunenne imprenditore ligure è però anche esempio di passione e di sportività come hanno sottolineato gli abbracci e le congratulazioni reciproche che si è scambiato al termine della gara con il diciassettenne Luciano Leotta (Honda), la wild card che ha vinto la gara segnando anche il giro più veloce. Noberasco, che ha ringraziato il team per la moto perfetta che gli ha messo a disposizione, ha ignorato che l’avversario fosse comunque escluso dal punteggio e si è quindi gettato senza risparmio nel confronto che non ha escluso manovre ad altissimo tasso di spettacolarità. La gara sta proprio tutta nel duello tra Leotta e Noberasco, con scambi di posizione e innumerevoli tentativi di sorpasso; alla fine solo mezzo secondo, dopo un’ultima variante bassa da brividi, ha diviso i due. Calato alla distanza il poleman Stefano Brancher (Yamaha), poi quinto, Cristian Casarotti (Yamaha) ha tenuto la terza piazza mentre l’uomo di alta classifica Mirko Temporin (Yamaha) non ha potuto lottare alla pari con gli avversari per il forte dolore agli avambracci ed ha terminato addirittura settimo, anche per un’uscita di pista all’ultimo giro. Ha dato spettacolo il drappello degli inseguitori composto da Gravina (Honda), Riu (Yamaha), Quinto (Honda) e Varanese (Honda).

1000 AVANZATA
La sindrome compartimentale ai muscoli degli avambracci, un problema che affligge molti piloti a tutti i livelli, fino ai top driver, ha privato da metà gara in poi la 1000 Avanzata del confronto tra il poleman Fabrizio Fiorucci (Ducati), leader del campionato, che soffre però di questo doloroso problema, e lo scatenato Denis Pilisi (Kawasaki). Così, quando il quarantaseienne marchigiano ha dovuto mollare, non riuscendo più ad azionare i comandi a mano, per il velocissimo Pilisi, autore di un eccezionale 1’57”1, non è stato difficile condurre vittoriosamente in porto la prova. Fino al quinto giro, però, i due si sono fronteggiati dando come sempre spettacolo e regalando emozioni. Il cedimento di Fiorucci ha premiato gli sforzi e la passione del quarantenne bolognese Massimiliano Belletti che, finalmente in sella ad una competitiva BMW (in luogo della sua vetusta e sofferente Yamaha), ha potuto conquistare un fantastico secondo posto, frutto anche di una maggiore freschezza fisica sfoggiata proprio nel finale. Partito molto bene, nella scia di Fiorucci, il reggiano Zaffelli (Honda) ha scontato i problemi ai freni che lo hanno angustiato per tutto il week end ed ha chiuso al sesto posto, preceduto anche da Roberto Corno (Ducati) e Fabrizio Orlando (BMW). Per Pilisi un successo meritato, costruito dopo un mese e mezzo di astinenza dalla moto e soprattutto con un numero funambolico alla Rivazza, quando l’uscita di una marcia lo stava trascinando verso una possibile caduta: il robusto comasco ha rialzato la moto facendo perno sul ginocchio, suscitando l’ammirazione di Fiorucci, che ha assistito all’intera scena, e facendo ricordare una recente magia di Marquez.

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