Iscriviti

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia
Ultime notizie

Marco Cavigioli, 30 anni di rally e non sentirli

A Zlín il piemontese correrà per la 16a volta. Prima della gara ceca ha ripercorso la sua carriera, con un occhio al futuro.

Marco Cavigioli ha 30 anni di rally alle spalle e sarà al via del suo 16° Rally di Zlín, ottavo round del Campionato Europeo Rally FIA. Prima della gara asfaltata del 29-31 agosto, il veterano ha parlato di passato, presente e futuro con David Oliva di Yokohama Europe.

Qual è il miglior ricordo in questi 30 anni di carriera?
"Sono molto felice di ciò che ho fatto, all'inizio era un hobby, ma dopo, attraverso molto lavoro, è diventata anche un'occupazione. Grazie ai buoni risultati ottenuti sono stato invitato più volte come istruttore di guida per Ferrari, Maserati e Abarth; a oggi, quando non corro, è il mio impegno principale. La mia carriera ha avuto una svolta quando vinsi il Trofeo Europeo Rally FIAT 500 del 1994 e il Rally di Sanremo del 1995. Da lì iniziò la mia vita da pilota professionista. Anche il 2008 fu un anno importante, quando mi aggiudicai la Classe 2WD dell'Intercontinental Rally Challenge."

Hai mai pensato di passare ad altri sport motoristici?
"Li seguo, ma amo troppo i rally, sono la mia vita e non voglio lasciare tutto questo."

Quale è stata la più grande sfida che hai affrontato?
"Ce ne sono state tante. Prima di tutto la ricerca dello sponsor per correre. La mia famiglia non aveva molte possibilità economiche e ho dovuto lavorare duramente per trovare i finanziamenti necessari a coprire le gare che volevo fare. Mi sono dovuto inventare di tutto, anche riutilizzare il denaro dei premi vinti come budget per gli altri eventi. Prima di diventare professionista ho dovuto sudare parecchio per raggiungere gli obiettivi della mia carriera."

A chi devi tutto ciò per cui sei qui ora?
"Alla mia famiglia su tutti, mi hanno sempre incoraggiato ad ogni opportunità, così per cercarne altre. Anche se non disponevamo del denaro necessario, il loro supporto morale è stato fondamentale in ogni circostanza. Poi le persone che mi hanno aiutato, a cominciare dal presidente e team manager della Island Motorsport, Fulvio Garajo. Ovviamente sono grato agli sponsor che hanno creduto in me e ai partner come Yokohama che hanno deciso di collaborarre col sottoscritto; ormai è diventata una solida amicizia."

Come sono i rally di oggi rispetto ad una volta?
"Sono cambiati parecchio. All'inizio della mia carriera le gare erano molto lunghe e difficili. Oggi sono molto veloci e i piloti sono aiutati dai progressi della tecnologia. Oggi gli eventi sono più facili da fare per i concorrenti e più belli da seguire per i fan. Naturalmente c'è stato un incremento importante delle condizioni di sicurezza. Diciamo che il lato "romantico" di questi rally è andato totalmente perduto."

Pensi che l'aumento della professionalità abbia contribuito a far sparire l'essenza di questo sport?
"E' chiaro che, come ho detto prima, tutto è cambiato molto, oggi è impossibile avere lo stesso tipo di gare di 30 anni fa. E' così dappertutto, anche in F1. Credo che per i rally l'essenza sia rimasta perchè, alla fin fine, si tratta di una lotta fra piloti, auto, strade, meteo e cronometro."

Pensi che i rallysti siano diversi dagli altri piloti?
“No, ognuno è bravo nel proprio ambito. I piloti di F1 debbono dare il meglio in poche curve, a velocità elevatissima. I rallysti invece devono fare il miglior tempo in Speciali lunghe e condizioni spesso diverse. Penso che ogni pilota possa dare il meglio di sè nella sua categoria, ma che non possa sfigurare anche in altre se ha talento, che è la cosa che fa la differenza. Scherzando coi colleghi dico sempre che i rally sono le gare vere, mentre i circuiti sono dei baby parking! Ormai è vecchia questa storia, ma sempre divertente."

Quali sono le qualità più importanti per essere un buon rallysta?
"Penso che uno debba riuscire a dare il 100% in ogni condizione, capendo al volo quando bisogna levare il piede dal gas e quando risparmiare la vettura. Naturalmente bisogna essere bravi a saper dare il meglio anche quando questa non è a posto. Ovviamente non conta solo la velocità, ma anche saper preparare bene il mezzo col set-up giusto, cosa molto importante."

Pensi che dipenda molto dal talento o dalla tecnologia dei mezzi?
"Se non hai talento, ovviamente non puoi andare tanto in là. Penso che un buon rallysta debba tirare fuori il 100% da ciò che ha, sfruttando al massimo la tecnologia di oggi."

Attualmente quale è la sfida più tosta?
"Quest'anno è il 30° per me e capisco che non è un traguardo da poco. Penso anche che sia troppo presto per fermarmi, voglio andare avanti a livello internazionale fino a che ne avrò le possibilità. Ne ho parlato col mio team manager, mi piacerebbe celebrare questo anniversario facendo altri eventi dell'ERC."

Come ti vedi fra qualche anno?
"Voglio continuare a stare nel mondo del motorsport, collaborando con Yokohama e mettendo a disposizione la mia esperienza, magari aiutando qualche giovane a crescere i questo ambito. Potrei fare da istruttore a mio figlio, perché no? Ma per ora è solo un sogno!"

Be part of Motorsport community

Join the conversation
Articolo precedente Jakeš vuole migliorare grazie alla Citroën DS3 R5
Prossimo Articolo A Zlín debutta la Subaru WRX STI della JRM

Top Comments

Non ci sono ancora commenti. Perché non ne scrivi uno?

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia