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Ecclestone: inizia il processo a Monaco di Baviera

Mister E è accusato di corruzione per 32 milioni di euro: se condannato dovrà lasciare la F.1

Parte il processo a Bernie Ecclestone. Mister E si deve presentare alla sbarra del Tribunale di Monaco di Baviera stamane con l'accusa di corruzione per una tangente di 32 milioni di euro che sarebbe stata versata al banchiere Gerhard Gribkowsky per spingere la cessione dei diritti della Formula 1 alla CVC, il fondo di investimento che ora controlla il Circus. Oggi si apre il processo che è già stato calendarizzato in 26 udienze che si protrarranno fino al 16 settembre nelle aule A101 e B177 del Tribunale di Monaco. Bernie ha l'obbligo di presenziare agli atti e per questo le date del dibattimento sono state concordate al martedì e mercoledì per consentirgli di continuare a gestire il Circus. Il giudice chiamato a seguire il caso è Peter Noll, lo stesso che ha condannato Gribkowsky e che quindi conosce bene le carte. Una condanna costringerebbe Mister E a uscire dal Circus in maniera mesta, dopo aver costruito l'impero che è l'attuale Formula 1: gli organizzatori dei Gran Premi un tempo erano i titolari delle piste, mentre oggi i suoi interlocutori sono i governi, gli emiri e i re. E i team inglesi che si contrapponevano alla Ferrari nel tempo sono stati sostituiti dai grandi Costruttori. Nato a Bungary, in Gran Bretagna, il 28 ottobre 1930, Bernie Ecclestone si presenta in Germania con in tasca la sentenza dell’Alta Corte di Londra che lo aveva assolto il 20 febbraio scorso dalle accuse avanzate dalla Constantin Medien, che lo aveva citato con una richiesta danni da 140 milioni di dollari, perché sosteneva che Mister E avesse venduto le quote della BayernLB a un prezzo sottostimato (814 milioni di dollari), impedendo al Gruppo tedesco di ottenere il 10% che gli sarebbe spettato se il prezzo fosse stato superiore al miliardo di dollari. Quella che per il Tribunale tedesco sarebbe stata una tangente di 32 milioni di euro pagata al banchiere Gerhard Gribkowsky, per Ecclestone non era altro che un'estorsione. Ora toccherà alla giustizia tedesca esprimere il verdetto definitivo...

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