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Marco Mattiacci dovrà essere un agitatore di uomini

Il nuovo direttore della Gestione Sportiva deve dare una scossa ai tecnici della Ferrari

Sarà il weekend più difficile per la Ferrari. La squadra del Cavallino in Cina dovrà dare un segno delle sue capacità di reazione dopo le dimissioni di Stefano Domenicali dal ruolo di team principal. A Shanghai salirà sulla tolda di comando Marco Mattiacci, chiamato alla direzione sportiva dal presidente Luca di Montezemolo dagli Stati Uniti dove è stato presidente e amministratore delegato di Ferrari North America. Non un tecnico, sia chiaro, ma un agitatore di uomini, secondo la concezione tanto cara a Enzo Ferrari QUINDICI ANNI DI FERRARI Il 42enne romano Marco Mattiacci è al Cavallino dal 1999: quindici anni sono già una vita lavorativa. E' un manager che sta consolidando una carriera all'interno della Ferrari esattamente come aveva fatto Stefano Domenicali: sbaglia chi lo considera solo un uomo di transizione, anche se è privo di esperienza nelle corse (è un grande sostenitore di Alessandro Balzan che corre con la 458 in GrandAm). UNA SCELTA CONDIVISA CON MARCHIONNE La scelta di Marcacci è stata condivisa da Montezemolo con Sergio Marchionne, e quindi con Fiat Chrysler Automobiles: “Io ci credo e ci metto la faccia - ha detto il Presidente -. Sono sicuro che la Ferrari tornerà a vincere. Il primo a non essere soddisfatto di questo inizio di stagione sono io”. IN CINA C'E' ANCHE COLETTA Marco Mattiacci in Cina può contare sul supporto di Antonello Coletta, il romano che a febbraio è stato nominato direttore delle attività sportive. Ferrari Corse Clienti, infatti, è stata conglobata nel Reparto Corse, uscendo dall'area commerciale, tant'è che Coletta rispondeva direttamente a Stefano Domenicali, essendo diventato anche il capo di Massimo Rivola, ds di Formula 1. UN CAMBIO DI PROGRAMMA Presente a Melbourne al Gp del debutto stagionale della F14 T, Antonello Coletta non doveva andare a Shanghai, ma a Silverstone dove in concomitanza con il Gp della Cina si disputerà la prova di apertura del WEC, il mondiale Endurance dove le 458 GT2 cercheranno di difendere il titolo GTE PRO colto da Gimmi Bruni. L'italiano, quindi, ha cambiato i suoi piani di rientro da Sydney dove si è svolto domenica scorsa il Ferrari Racing Days. TEAM PRINCIPAL: RUOLO SPEZZETTATO? Coletta stava "studiando" da vice team principal e ora si trova all'improvviso in un ruolo molto attivo che sarà particolarmente utile a Matteo Mattiacci in questa prima fase, in cui dovrà scoprire le problematiche assai complicate della Formula 1. Sarà interessante scoprire chi andrà al muretto dei box: il nuovo capo o momentaneamente Coletta? Luca di Montezemolo sembra voler preservare l'italianità della squadra nelle figure di vertice, ma non è da escludere degli innesti di "specialisti" nel possibile spezzettamento del ruolo del team principal secondo una concezione più moderna, già adottata da Mercedes e McLaren. BOB BELL CON GLI ITALIANI Si è fatto il nome di Gerhard Berger, una "minestra riscaldata" che darebbe corpo alla lobby degli austriaci, ma avrebbe più senso una figura di collegamento del management con la parte tecnica. E Bob Bell, il dt della Mercedes in uscita da Brackley, potrebbe essere l'uomo giusto per completare la troika. Perché quello che si è dimenticato in questi giorni è che le carenze non sono organizzative, la Ferrari è a tutti gli effetti un top team, ma tecniche. IL "SILENZIO" DEI TECNICI L'inadeguatezza della macchina è palese a tutti (forse c'è stata una difesa che si è protratta per troppo tempo per un progetto che è deludente). L'uscita di scena di Stefano Domenicali è certamente servita a togliere la "pressione" sui tecnici, ma la reazione del Cavallino dovrà partire proprio da loro. James Allison, Pat Fry e Nikolas Tombazis per la parte telaistica; Luca Marmorini e Mattia Binotto per la parte motoristica sono gli uomini che dovranno dare una "scossa" all'ufficio tecnico che sembra rimasto spiazzato dall'inadeguatezza della F14 T. GRAVE RITARDO NELLO SVILUPPO La Rossa ha mostrato il peggio in Bahrein (in Cina non sarà nuovamente la quinta squadra del Circus), ma deve colmare un gap che la porti a essere almeno la "prima degli altri": il felice connubio dei piloti Mercedes non durerà a lungo, presto vedremo le prime "sportellate" fra Lewis Hamilton e Nico Rosberg e la Ferrari dovrà essere pronta ad approfittarne. Ci aspettiamo che si metta mano alla macchina in modo pesante, per sperimentare soluzioni che saranno utili nel 2015. Fra due mesi, infatti, partirà il progetto della monoposto del prossimo anno: se non si saranno risolti i guai di oggi, questi verranno trasferiti pari pari anche sulla prossima vettura. FRY E' STATO CONFERMATO? Si dice che sia stato rinnovato il contratto di Pat Fry che era in scadenza: se è vero, a Maranello vogliono perseguire la via della continuità degli uomini, ma ci auguriamo che emerga una discontinuità delle idee (che finora sono mancate). La Ferrari è la monoposto che è sata meno evoluta nei primi tre Gp (c'erano solo gli adeguamenti al tracciato). SI DEVE MIGLIORARE LA F14 T Ci sono enormi margini di miglioramento nel progetto F14 T: la monoposto non eccelle da nessuna parte. E' migliorabile dappertutto: la power unit non sa estrarre il pieno potenziale dei motori ibridi. A livello motoristico si perdono cavalli importanti per i problemi di raffreddamento dovuti al packaging dei radiatori forse troppo piccoli. Manca trazione in uscita dalle curve (i motori elettrici potrebbero essere usati anche come "antispin") per cui la Rossa si mangia le gomme posteriori perché non c'è abbastanza carico aerodinamico generato dal corpo vettura. CIASCUNO CI METTA LA FACCIA Se si caricano le ali si perde la velocità massima in rettilineo (l'abbiamo visto a Sakhir): Dirk de Beer, l'ex aerodinamico Lotus voluto da Allison, deve dare un'impronta del suo lavoro sulla F14 T. Finora i tecnici si sono "nascosti", mentre ora ci vuole un'assunzione di responsabilità. Ciascuno faccia la sua parte per riportare la Ferrari dove merita, evitando lo scaricabarile e le divisioni fra telaisti e motoristi. MATTIACCI AGITATORE DI ANIME Altrimenti il "sacrificio" di Stefano Domenicali non sarà servito a niente: insomma, Marco Mattiacci dovrà essere in particolare un agitatore di uomini e di idee. La Ferrari ha capacità e risorse per reagire. Qualcuno dovrà tirare fuori gli attributi, mettendoci la faccia dopo essersi nascosto per troppo tempo. Auguri...

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