Bruno Famin, direttore di
Peugeot Sport ha quel savoir faire tipico dei francesi che lo fa restare tranquillo in mezzo alla ressa. La folla si assiepa fuori dal
Peugeot Avenue, al 136 degli Champs-Elysées, ed anche dentro, ma lui non si scompone e se ne sta, più o meno, muto come un pesce.
Della vettura con cui la Casa francese tornerà alla
Dakar nel 2015 non può rivelare nulla e non cade in nessuna trappola gli si cerchi di tendere.
Bruno Famin è astuto ed esperto e risponde subito così a chi chiede cosa dobbiamo aspettarci: "
Vi faccio arrabbiare subito, perchè non posso assolutamente svelarvi nulla sulla vettura, oggi. Non daremo nessuna informazione. Oggi vi potevamo dire solo il nome, 2008 DKR, e farvi vedere la silhouette, in quell'unica immagine che abbiamo mostrato". Niente di più. Né sullo stabilimento dove si sta lavorando, né sull'equipe che vi sta lavorando, né sui particolari tecnici. A 2 o 4 ruote motrici? Benzina o gasolio?
Niente, lui è inflessibile e non si lascia tentare: "
In questo momento siamo in piena fase di concezione della vettura. La stiamo studiando e ci stiamo concentrando sulla costruzione di tutti i pezzi che la comporranno. Aspettiamo la consegna da parte di tutti i fornitori dei componenti per poter poi pianificare bene il programma dei test. Speriamo che sia a metà anno, ma in questo momento non abbiamo assolutamente un planning; contiamo però di averlo a breve.
Possiamo parlare di chi ha disegnato la vettura? La Citroen ZX all'epoca fu disegnata da un italiano, chi è invece l'artefice della 2008 Dakar? "
E' un italiano – risponde ridendo
Famin, ma poi si corregge –
no non è vero, è un americano ma i suoi genitori sono italiani. E' lui che ha fatto il disegno che vi abbiamo fatto vedere oggi, lo stilista, diciamo così. Si chiama Giovanni".
Se non possiamo parlare della macchina forse possiamo parlare del grande assente di oggi, di Stephane Peterhansel? "
Sì certo, di lui possiamo parlare. Posso dire che ci siamo parlati a lungo, non è un segreto, perchè penso che se si vuole creare un programma rally raid ambizioso si sia obbligati a parlare con "Peter", è importante, sicuramente, ma al momento posso dire che non abbiamo parlato solo con Stephane. Per avere un terzo pilota nel team bisogna riunire tutte le condizioni essenziali per potere decidere...".
E ai copiloti avete pensato? "
Abbiamo pensato sì a qualche nome per il ruolo di copilota ma gli equipaggi non sono ancora stati 'chiusi' dobbiamo ancora ragionarci su, ma ci stiamo guardando attorno, anche fuori dai confini della Francia".
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