Non lo sapevano in molti ma
Marc Coma in questa
Dakar ha dovuto lottare anche con una brutta influenza. Il catalano ieri ha vinto la sua quarta
Dakar, in sella ad una
KTM che faceva il suo debutto nel mondo dei rally, una 450 finalmente non derivata da una enduro, bensì costruita proprio per svolgere il suo compito. E lo ha svolto benissimo, vista la doppietta austriaca in questa Dakar 2014.
Coma però, ha cominciato a star male dopo pochi giorni dalla partenza. "
E' cominciato tutto con un banale mal di gola, poi si è aggravato" racconta il campione. "
Al giorno di riposo avevo la febbre alta e a quel punto i medici hanno deciso di darmi qualcosa per cercare di farmi star meglio. Ho iniziato una cura di antibiotici, ma seppure la febbre si sia abbassata il fisico ne ha risentito perchè si è debilitato".
Alla luce di questo, la sua vittoria assume ancora più valore.
Marc Coma aveva rinunciato alla
Dakar 2013 perchè si era fatto male ad una spalla in gara, mesi prima, e non era riuscito a recuperare in tempo.
"
Se guardo indietro vedo un anno difficile. Per me era importante tornare allo stesso livello di prima dopo un'edizione di assenza e ho lavorato tanto per tutto l'anno, per farmi trovare preparato. E poi era un anno pieno di incognite, con l'arrivo della Honda, con Cyril passato alla Yamaha...Ritornare al mio stesso livello di prima, per vincere una Dakar dura, in assoluto la più dura che mai si sia fatta in Sud America, è stata una vera gioia".
C'è stato un momento più difficile in questa gara per te? "
La prima parte è stata senza dubbio molto complicata, ma soprattutto quando il percorso era diverso, fra moto ed auto. Sapevamo che se avevano differenziato i percorsi voleva dire che per le moto avevano preparato qualcosa di veramente impegnativo, un inferno".
Una
Dakar conferma
Coma che ha richiesto una concentrazione continua, mai un momento di rilassamento, una tensione continua ed anche per questo, salire sul podio di Valparaiso, in mezzo a migliaia di persone è stata una soddisfazione enorme che premia il lavoro di un team che è comunque superiore agli altri. Nonostante due piloti in meno,
Ruben Faria e Chaleco Lopez ritirati nelle prime fasi della gara, la
KTM ha saputo stringersi intorno a
Coma e Viladoms, rispettivamente primo e secondo, e dimostrare la differenza di contenuti del suo team.
Dietro il successo degli spagnoli e della
KTM c'è anche un pizzico di italiano:
Edouard Boulanger è francese, ma vive in Italia da anni, lavora a Torino ed è sposato con una italiana, Costanza. Pilota anche lui, ingegnere, è una delle armi segrete utilizzate quest'anno da KTM. In passato Edouard aveva lavorato per X Raid, quest'anno ha condiviso con Ktm la sua esperienza. E' lui che alla sera lavora con i piloti sul road book, studiando a livello cartografico e sulle cartine della zona quelli che saranno gli aspetti più insidiosi delle prove speciali. Un aiuto fondamentale per i piloti che arrivano sulla speciale con un bagaglio di conoscenza e nozioni in più che in caso di difficoltà di navigazione si può rivelare, ed è già accaduto, fondamentale
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