Paolo Ceci (Speedbrain) è ancora sofferente per la sua mano destra, ma il peggio sembra essere passato. Oggi è arrivato al bivacco di
Iquique, a pochi passi dall'Oceano, con la diciannovesima posizione nella nona tappa della
Dakar 2014, ieri invece le cose erano andato un po' peggio per lui.
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Non so bene cosa avessi ieri mattina. Sono partito stanco, non stavo neanche troppo bene e quindi ho fatto un'andatura più lenta". Parla della seconda parte della tappa marathon, quella che ha portato i piloti fuori dalla Bolivia, verso il Cile. "
Dopo il rifornimento mi sono ripreso. Ho mangiato qualcosa e ho accelerato un po' il ritmo, ma decisamente non era la mia giornata".
Oggi invece, da Calama a Iquique le cose sono andate decisamente meglio. "
Stamattina sono partito bene e la speciale mi è piaciuta fin da subito. Non era facile, ma era divertente. All'inizio c'erano tantissime pietre, ma davvero tantissime, e bisognava fare molta attenzione. Davanti mi partivano diversi piloti, ma li ho ripresi e ho fatto la mia gara, senza rischiare, cercando di non sforzare troppo la mano che ancora mi fa un po' male. Poi è iniziato il tratto brutto, quello che avevano annunciato al briefing, fra il chilometro 124 e il 160, ed in effetti era pericoloso. Non brutto per le pietre, ma semplicemente ogni tanto nel terreno si aprivano dei crepacci molto profondi e dovevi aggirarli, a volte facendo anche più di 500 metri per ritornare sulla pista giusta. Poi intorno al chilometro 200 è iniziato un lungo rettilineo sabbioso, tutto fatto di whoops. Su e giù per cento chilometri quasi, vedendo da lontano la polvere degli altri, noioso ed estenuante, con tutte queste dunette corte, ed anche stancante perchè non riuscivi a prendere un ritmo. Poi a circa 80 km dalla fine della speciale (che oggi arriva direttamente al bivacco)
sono cominciate le dune, dapprima di terra e sabbia, di quella che solleva la polvere bianca, e poi a 40 chilometri da qui le dune vere e proprie, quelle che piacciono a me".
Una bella traversata nel deserto di dune, fino al bivacco di Iquique e la discesa, lunga 3 chilometri, ripida ma suggestiva. "
Se devo essere sincero - conclude
Paolo Ceci -
a me non è piaciuta moltissimo rispetto alle altre che ci avevano fatto fare negli anni precedenti. Non era poi così ripida come sembra da sotto, a chi la guarda, mentre la vecchia di tre anni fa era molto più spettacolare e divertente". Si massaggia la mano mentre parla, è meno gonfia rispetto alla sera dopo l'incidente con il quad, ma il dolore non è ancora passato. Al momento è 22° in classifica assoluta moto, ma nei prossimi giorni ha qualche possibilità di migliorarsi visto che gli avversari che lo precedono non sono poi così lontani dal pilota di Modena.
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