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La Honda romperà gli attuali equilibri della Formula 1

Scopriamo cosa si nasconde dietro la notizia che la Casa giapponese farà un telaio per sviluppare il V6 Turbo

La notizia diffusa dal quotidiano finlandese Turun Sanomat, solitamente attendibile, ieri ha fatto il giro del mondo in un attimo. A darne conto è stato Luis Vasconcelos, il giornalista portoghese, veterano della Formula 1, uno dei più apprezzati del Circus. James Allison, ex direttore tecnico della Lotus, approda alla Honda per realizzare un telaio sul quale sviluppare il motore V6 turbo che la Casa giapponese darà in fornitura esclusiva per un anno alla McLaren a partire dal 2015. ALLISON IL PIU’ DESIDERATO Il tecnico inglese associato a tre squadre diverse in pochi mesi (Ferrari, Red Bull e Mercedes) sarebbe stato assunto dalla Honda per progettare una test car che potrebbe essere utilizzata nel corso della prossima stagione per sviluppare il motore giapponese, ma senza mettere nei guai la McLaren, visto che la squadra di Woking l’anno prossimo sarà ancora legata alla Mercedes, in un matrimonio nel quale le due parti non si parlano più e aleggia già l’aria del divorzio.

 STRATEGIA HONDA È chiaro che la Honda, non essendo una squadra iscritta al Mondiale di Formula 1, non dovrà rispettare la limitazione dei test nel 2014, per cui James Allison potrà dirigere una squadra test che avrà libero accesso a Suzuka e Motegi, i due tracciati nipponici sotto l’influenza della Honda. La McLaren, ovviamente cercherà di tenersi fuori dalle polemiche, ma è fin troppo evidente il percorso che il team diretto da Martin Whitmarsh intende fare stringendo la collaborazione tecnica con la Casa di Tochigi. I JAP NON HANNO LA STRUTTURA James Allison si occuperà del telaio, mentre Gilles Simon del motore V6 Turbo. Si formerà una nuova coppia molto interessante, che potrebbe far sbocciare un progetto molto ambizioso nel Circus. L’operazione, comunque, mostra fin da subito alcuni aspetti stridenti: la Honda non dispone di una factory attiva dove progettare e, soprattutto, costruire una monoposto di F.1. I giapponesi per rientrare nel mondiale turismo con la Civic WTCC non hanno dato vita ad una squadra, ma hanno cercato una partnership con la JAS Motorsport, una struttura d’eccellenza italiana diretta da Alessandro Mariani, partner della Honda da anni nel Motorsport, che ha già ottenuto risultati lusinghieri nell’anno del vero debutto. MCLAREN GIOCA D’ANTICIPO? È lecito domandarsi, quindi, se James Allison non sia stato “distaccato” alla Honda dalla McLaren, dove verrà promosso direttore tecnico l’anno prossimo, giusto in tempo per disegnare la MP4-30 che dovrà ospitare il motore V6 Turbo ibrido della Casa nipponica nel 2015. E senza tanti giri di parole, appare fin troppo chiaro che la commessa per la costruzione della monoposto “Honda” molto probabilmente sarà affidata ad un nucleo di tecnici di Woking, momentaneamente distaccati a quel progetto. UN CAVALLO DI TROIA Le regole della Formula 1 sono fatte apposta per essere aggirate: la notizia di Luis Vasconcelos forse è uscita troppo presto e ci sarà qualcuno del Circus che farà in modo di mettere i bastoni fra le ruote a questo ambizioso piano di rientro della Honda. La Casa giapponese, come abbiamo già sostenuto su OmniCorse.it, dovrebbe allacciare con la McLaren un rapporto ben più ampio di quello limitato alla F.1, tanto che potrebbe diventare il partner motoristico anche nell’ambito Automotive, contribuendo a risollevare un marchio che fa fatica a sfondare nella nicchia delle Supercar, pur producendo un prodotto eccellente. LA REAZIONE DEI MOTORISTI Ma Mercedes, Ferrari e Renault che possono godere di un anno di vantaggio, essendo già i motoristi del Circus, non staranno con le mani in mano. A Maranello già tempo fa si era parlato di costituire un vero e proprio test team nell’ambito di Formula 1 Clienti, il reparto di Ferrari Corse Clienti diretto da Antonello Coletta che non ha niente a che vedere con la Scuderia Ferrari. Si tratta della struttura che ha curato il test segreto di Barcellona dopo il GP del Bahrein con le gomme Pirelli. Se si è ormai infranto il divieto delle prove in stagione, adesso potrebbe rompersi anche il vincolo che impedisce ai motoristi di far girare in pista i V6 Turbo prima del 2014. SARA’ DETERMINANTE LA SENTENZA FIA Sarà determinante la sentenza che verrà emessa dal nuovo Tribunale della FIA che è stato chiamato in causa per stabilire se Mercedes e Pirelli, messe sotto inchiesta dalla Federazione Internazionale, hanno violato le norme della F.1 con il test a Barcellona che doveva essere vietato alle W04, monoposto in lizza nel mondiale in corso. RED BULL ORA DIFENDE PIRELLI! È interessante come stia cambiando il quadro accusatorio: la Red Bull Racing, in un primo momento, si era scagliata duramente contro la Pirelli, chiedendo sanzioni nei confronti della Casa milanese. Poi a Milton Keynes hanno iniziato a cambiare indirizzo, limitando gli attacchi alla sola Mercedes e iniziando una “difesa” del gommista. Adottando la stessa strategia che era stata messa in atto da subito dalla Ferrari. FORMULA 1 SENZA SCARPE? Qualcuno ha capito che il Circus rischia di restare senza “scarpe”: Hankook e Bridgestone hanno fatto sapere di non essere interessate ad entrare in F.1 in questa fase, mentre la Michelin, spinta da Jean Todt, non sarebbe pronta per fare il passo subito. Ecco perché è cambiata dal Canada la strategia di Paul Hembery. La Pirelli ci dicono sia tentata a lasciare il Circus dopo il deflagare delle polemiche sulle gomme. Le delaminazioni riscontrare in Bahrein e a Barcellona hanno avuto un effetto devastante sull’immagine del prodotto di serie che, invece, è eccellente. I costi del Circus potrebbero consigliare Marco Tronchetti Provera a chiudere un’operazione alla conclusione del contratto triennale di fornitura esclusiva. QUANTI COSTRUTTORI ALLA PORTA? Per la Formula 1 sarebbe un dramma, per cui si capisce come mai chi ha sparato fino a ieri con il bazooka contro la Pirelli, adesso ha assunto un ruolo più moderato e meno da “falco”. Il paddock è in piena ebollizione: Bernie Ecclestone ha “fiutato” l’interesse crescente delle Case per i motori downsizing capaci di ridurre del 30% i consumi e le emissioni. Oltre alla Honda potrebbero riaffacciarsi alla F.1 altri grandi costruttori: si parla con insistenza di Toyota e Porsche, ma ora anche di BMW e Ford. UN REGOLAMENTO INTELLIGENTE Le Case stanno investendo grandi risorse in R&D nello sviluppo di propulsori ibridi: la F.1 dal prossimo anno sarà un perfetto banco di prova per soluzioni che avranno un’importante ricaduta sulle vetture di grande produzione di serie. E allora i soldi che saranno investiti nelle corse non sarebbero buttati via, perché i costruttori potrebbero avere un enorme ritorno d’immagine con la stessa spesa. SQUADRE IN GRAVE DIFFICOLTA’ ECONOMICA E si capisce allora perché Bernie Ecclestone stia allungando i tempi della firma del nuovo Patto della Concordia. Le squadre hanno bisogno del “pezzo di carta” come il pane: se escludiamo i top team, anche quelli importanti come Lotus, Force India e Sauber hanno raggiunto un forte indebitamento. Non parliamo, quindi, della situazione di quelli più piccoli che sono proprio alla canna del gas per finire la stagione. Senza il Patto della Concordia, infatti, non possono andare in banca per farsi scontare le fatture della stagione in corso, facendo valere il credito dei diritti tv che verrà elargito da Mister E. I NUOVI MOTORISTI SALVERANNO I TEAM? Squadre importanti, tecnicamente avanzate, con strutture ingenti e un qualificato personale, sono giganti con le gambe d’argilla: per le Case che vorranno entrare nel Circus, anche solo nel ruolo defilato di motorista, costerà assai poco salvare i team in maggiore difficoltà chiudendo un accordo di fornitura dei motori gratuito, sostenuto magari da una sostanziosa sponsorizzazione. Mercedes, Ferrari e Renault, che lavorano da più di un paio di anni ai V6 Turbo, cercando di fare quadrato per evitare che ci siano altri ingressi in F.1: avere diverse squadre da fornire significa drenare almeno in parte i costi di ricerca dei nuovi propulsori che saranno disponibili con budget variabili dai 18 ai 21 milioni di euro all’anno. SI GIOCA IL FUTURO DEL CIRCUS Siamo ad uno snodo importante per la Formula 1 del futuro che sta ridisegnando scenari molto diversi da quelli che sembravano solo pochi mesi fa. Tanto più che anche la posizione di Bernie Ecclestone rischia di essere intaccata se partirà il processo tedesco nel quale potrebbe essere accusato di corruzione. Il Circus, insomma, è ad una svolta che potrebbe essere epocale…

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