Oggi la
Red Bull Racing mostrerà la
RB9: il mondo della Formula 1 avrà gli occhi puntati sulla monoposto di Adrian Newey per capire quale sarà l’impronta che il progettista vorrà dare alla stagione 2013, dopo che le sue macchine hanno vinto gli ultimi tre titoli iridati di fila con Sebastian Vettel.
Quasi sicuramente assisteremo alla presentazione di una vettura priva dei concetti più interessanti (che poi erano l’oggetto del possibile ritardo ventilato nel corso dell’inverno) perché le idee più stimolanti il genio inglese preferisce riservarle alle ultime sessioni di test di Barcellona, ma intanto a Jerez sarà possibile capire quale sarà l’impostazione della nuova creatura.
Bisogna dire che
la RB8 campione del mondo
è stata il punto di riferimento delle squadre, visto che tutti i progettisti si sono orientati a riprendere
lo schema della sospensione posteriore con il semiasse carenato.
Ferrari, McLaren, Sauber, Lotus e Force India, vale a dire le F.1 che abbiamo potuto vedere fino ad oggi, adottano questa soluzione che sta diventando uno standard per la stagione 2013.
La
F138, presentata a Maranello il 1 febbraio, non sembra affatto una copia della Red Bull, ma nell’area del retrotreno
Simone Resta e Nikolas Tombazis hanno attinto almeno un paio di concetti dalla RB8:
hanno sollevato il braccio inferiore del triangolo e quello di convergenza per allinearli al semiasse, in modo tale da chiudere i tre elementi in un unico profilo alare con incidenza neutra per rispettare le norme FIA. La squadra del Cavallino ha dovuto
rifare la scatola del cambio per adeguarla alle esigenze dei nuovi attacchi, snellendolo ulteriormente.
Guardando bene
nel posteriore della Ferrari si è notato che ci sono anche
tre pinne verticali in carbonio che si appoggiano al profilo estrattore e che
sono collocate sotto la sospensione alare con un’inclinazione pensata per indirizzare i flussi che sono influenzati anche dai gas roventi di scarico nel modo più opportuno, per generare del carico aerodinamico, senza pagare in efficienza. Questa è un’altra soluzione che Newey ha sviluppato nella seconda parte della stagione 2012 sulla Red Bull campione del mondo, grazie alla quale ha potuto generare
una sorta di secondo diffusore… virtuale.
Questo
“estrattore” aggiuntivo è influenzato dal movimento della sospensione alare (la soluzione è condizionata dagli scuotimenti della ruota sull’asfalto e dal variare del carico aerodinamico), per cui
non dà valori costanti, ma permette comunque
di incrementare la spinta verticale nel posteriore, eludendo il divieto della Federazione a montare un doppio diffusore.
La
Ferrari, insomma, ha accettato di entrare nelle ombre del regolamento, e
interpreta le norme con una lettura più disinvolta rispetto al recente passato: questa è la soluzioni più evidente che si è vista sulla F138, ma i bene informati assicurano che ci sono altre aree da tenere d’occhio e che, forse, scopriremo solo più avanti quando appariranno le prime evoluzioni aerodinamiche sulla Rossa…
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