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Loeb: "Le ultime WRC sono le più divertenti!"

Abbiamo incontrato il campione della Citroen al Motor Show che già pensa al WTCC

Loeb:
Sembra a proprio agio solo quando è in macchina: nella Citroen DS3 si sente protetto e padrone. Quando s’infila il casco cambia espressione: gli occhi azzurri, spesso sorridenti, diventano di ghiaccio. Lo sguardo si perde lontano, forse già insegue un altro successo. In quattordici anni di Mondiale Rally ne ha infilati settantasei. Un record che resterà imbattibile a lungo. Nel suo palmares ci sono nove titoli mondiali di fila, tutti con la Citroen: nessuno nell’automobilismo professionistico è mai arrivato a tanto. A lui si devono inchinare anche due mostri sacri come Michael Schumacher e Juan Manuel Fangio. Sebastien Loeb è il “cannibale” dei rally. A vederlo non ha l’aria del duro, caso mai del guascone. È un alsaziano cresciuto nella terra dei calici di vino e dei boccali di birra, dove l’efficienza nordica si mescola con il buonumore mediterraneo. Eppure il francese di 39 anni è un emotivo che ha imparato a gestire la sua vulnerabilità caratteriale con l’autodifesa. Non ama le interviste, perché non gli piace che ci sia qualcuno pronto a scavare dentro di lui. Quasi che fosse possibile scovare il segreto della sua superiorità, guardandolo negli occhi. Lo incontriamo al Motor Show di Bologna nell’Energy Station della Red Bull: si distrae con il telefonino, manda sms a raffica. Liquida in fretta due colleghi che, evidentemente, non hanno attirato la sua attenzione. È un eterno irrequieto che trova pace solo in macchina, ma non disdegna gli autografi ai tifosi che lo applaudono. È arrivato da Istanbul dove ha ritirato il nono sigillo mondiale alla premiazione della FIA. Sarò l’ultimo? Nei rally si concederà ancora quattro uscite (Montecarlo, Svezia, Argentina e Francia), in attesa di diventare un protagonista del WTCC. E magari da pilota eclettico qual è, saprà iniziare un nuovo ciclo di successi anche in pista. Ha sfiorato la Formula 1 e ha colto un posto d’onore alla 24 Ore di Le Mans. Cede il passo nei rally, ma non ha affatto intenzione di ritirarsi. E, soprattutto, lascia un’eredità pesante in una specialità che è vissuta della sua luce. La Citroen riuscirà a vincere il decimo mondiale di seguito senza il “cannibale”? Hai vinto nove titoli nel Mondiale Rally con tre WRC differenti (Xsara, C4 e DS3), quali sono le principali differenze tra queste vetture? E tra queste qual è la tua preferita? “Quando abbiamo fatto il passaggio dalla Xsara alla C4, la sensazione era che quest'ultima fosse più pesante, ma era anche più stabile e facile da guidare. Il pregio principale della DS3, invece, è senza dubbio la sua grande agilità e la sensazione di leggerezza che ti da mentre la guidi. Sicuramente è la mia preferita, perché è quella che ti permette di “giocare” di più. Su questa nuova generazione di WRC è stata ridotta di molto anche l'elettronica, quindi sono molto divertenti da guidare”. E' cambiato molto nel Mondiale Rally tra la tua prima vittoria e l'ultima? “No, credo che siano stati modificati solo dei dettagli: le vetture sono sempre delle quattro ruote motrici”. Hai detto che non ti fermerai con le WRC e che farai quattro gare nel 2013, perché proprio quattro? “Perché per il 2014 io e la Citroen abbiamo deciso di andare a correre nel Mondiale Turismo e questo mi sembrava un buon modo per mantenere vivo il rapporto con la Citroen anche l'anno prossimo. Inoltre correrò anche nel GT con una McLaren gestita dal mio team per fare esperienza in pista. Senza dimenticare che dovremo occuparci pure dello sviluppo della vettura per il WTCC”. Continuerai a provare anche la DS3 WRC? “Sì, dopo la fine del campionato ho già fatto dei test in Gran Bretagna e in Portogallo”. Pensi che la DS3 WRC necessiti di uno sviluppo importante ora che arriva la Volkswagen? “Al momento non sappiamo quale sarà il potenziale della Volkswagen, quindi è difficile da dire. Tutto quello che possiamo fare è cercare di migliorare la nostra vettura per quanto è possibile, poi potremo valutare come si comporterà rispetto alla concorrenza. Ma la Citroen ha una grande esperienza, quindi siamo fiduciosi per lo sviluppo della vettura”. E' possibile vincere il campionato 2013 se dovessi vincere tutte e quattro le gare a cui parteciperai, qualora ci fosse un frazionamento dei successi su più piloti? “No, credo che sia impossibile. Non bastano quattro vittorie”. Jean Todt auspica un ritorno alla formula “endurance” dei rally, tu cosa ne pensi? “Non ci penso troppo, perché io non ci sarò. E' sicuramente un altro stile di rally, ma io credo che con le vetture di cui disponiamo oggi siamo al limite per tutto il tempo, quindi se le gare fossero più lunghe sarebbe divertente anche per i piloti. Ma credo che non ci sia il bisogno di imporre una formula che ti obbliga a stare per tre giorni in macchina, imponendo lunghi trasferimenti. Sono favorevole ad avere gare più lunghe, ma mantenendo un format simile a quello attuale”. Al Montecarlo, sapendo che non dovrai lottare per il campionato, cambierà il tuo approccio? “Non credo che cambi molto, perché non penso quasi mai al campionato quando inizio un rally. Penso solo a cercare di correre al meglio e a provare a vincere. Solo verso la fine della stagione capita magari di fare qualche calcolo pensando alla classifica, ma non è questo il caso, visto che Montecarlo è sempre all'inizio dell'anno. Affronterò la gara come sempre, con le stesse motivazioni”. Quando inizierai a lavorare per il programma nel WTCC? “Non lo so ancora, perché al momento non è ancora confermato che si farà con certezza, quindi bisognerà aspettare ancora un po' per la decisione definitiva”. Si era parlato del possibile arrivo di Alain Menu come tester Citroen, tu non ne sai nulla? “No, non so niente. Poi non avendo preso ancora una decisione finale ai piani alti, non credo che la Citroen si sia ancora mossa sul fronte piloti”. La vettura sarà la DS4? “Forse”. Robert Kubica ha ripreso la sua attività nei rally: ha avuto un incidente, ma è andato molto forte. Cosa ne pensi del suo ritorno? “Mi è sembrato davvero molto veloce ed ha rifilato dei distacchi importanti a tutti gli altri partecipanti nella gara che ha corso in Francia. Ho sentito anche che starebbe lavorando alla possibilità di allestire un programma nel Mondiale Rally”. Pensi che potrebbe fare meglio di Kimi Raikkonen nel Mondiale Rally? “E' possibile. E' andato molto forte, ma non credo che si possa comparare quello che ha fatto nel campionato francese con il livello del Mondiale. Non è il giusto metro di paragone, quindi non è facile da dire. In ogni caso credo che se gli verrà data l'opportunità di correre nel Mondiale, allora dovrà provare a sfruttarla”. Come mai Kimi non è riuscito ad essere competitivo nel Mondiale Rally? “Per chi non è abituato, deve essere difficile prendere le note e poi fidarsi di queste quando vengono dettate. Non è facile adattarsi subito, soprattutto quando ti confronti al livello più alto. Sicuramente Kimi è più a suo agio in Formula 1”. Per quale motivo non hai potuto correre il Gp di Abu Dhabi nel 2010 con la Toro Rosso? “La versione ufficiale è che non mi è stata concessa la Superlicenza, quindi non potevo guidare una Formula 1 in un Gp”. E’ quanto meno strano: in pista hai ottenuto un secondo posto alla 24 Ore di Le Mans e nei test con la Formula 1 sei andato subito forte: tutti però pensano che ci siano state delle altre ragioni dietro a questo divieto... “Purtroppo non ho una risposta da darti...”. Hai vinto 9 Mondiali, dietro di te Tommy Makinen e Juha Kankkunen si sono fermati “solo” a quattro. Chi è il più forte di rally dopo di te? “E' difficile fare una comparazione, perché alcuni hanno guidato delle ottime vetture per tutto l'arco della loro carriera, mentre altri magari hanno dovuto fare anche i conti con vetture non particolarmente veloci”. Ma quando eri un ragazzino chi era il tuo idolo? “Nessuno in particolare, perché non ero un grande fan dei rally quando ero più giovane”.

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