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E se la Dorna portasse le SBK nella MotoGP?

Ezpeleta starebbe pensando di fondere i due campionati mondiali a partire dal 2014 per fare una serie sola

Ci sarà una rivoluzione. Prepariamoci. La Dorna, promotore del Motomondiale, la scorsa settimana ha preso il controllo anche della Superbike. Questo è l’effetto della strategia tracciata da Bridgepoint, l’investitore che era già proprietario della Dorna, e che dallo scorso anno ha acquisito la Infront, la società che era entrata nella gestione della SBK con Maurizio e Paolo Flammini dal 2007. È inutile nascondere che c’è dello sconcerto nel mondo delle derivate di serie perché Carmelo Ezpeleta era visto come il grande “nemico” della Superbike. Oggi il manager spagnolo a Motegi ha tracciato il futuro a breve della categoria cercando di evitare il panico, ma se vogliamo essere degli attenti osservatori dobbiamo gettare lo sguardo più lontano nel tempo e cercare di delineare una strategia del motorsport di vertice a due ruote. DECIDE LA DORNA Niente avviene mai per caso e, a volte, quello che è incomprensibile nell’immediato diventa frutto di una lucida programmazione nel tempo. La domanda che è lecito farsi è: qual è il mandato che Bridgepoint ha dato ad Ezpeleta? L’iberico ha in mano le sorti dei due campionati. La MotoGP ha un contenitore con più visibilità televisiva, ma vive una crisi profonda: nella classe regina ci sono solo tre Costruttori impegnati ufficialmente (Ducati, Honda e Yamaha) e la sparuta griglia di partenza è completata dalle CRT, moto che fanno numero ma che non aggiungono niente allo spettacolo. Le gare le hanno vinte tre piloti (Lorenzo, Pedrosa e Stoner) con due marchi Yamaha e Honda. Punto. LA MOTOGP E’ IN CRISI La recessione economica spinge a ridurre i costi nella gestione della categoria prototipi che vuole esprimere la massima espressione tecnologica nelle moto. L’esasperazione della ricerca e l’adozione di soluzioni elettroniche sempre più sofisticate portano a definire una griglia di partenza che delinea sempre più spesso i valori in campo, per cui in gara ci sono sempre meno sorpassi. Le moto sono molto difficili da mettere a punto e da guidare al limite: basta un piccolo errore per compromettere il risultato e diventa quasi impossibile tornare in lizza per il successo. In MotoGP si promuove il brand, non un modello di moto. I Gp oggi vengono trasmessi da Mediaset in chiaro: Italia 1 garantirà le dirette anche nel 2013, poi il Motomondiale passerà a Sky sul satellite. SBK CON SEI COSTRUTTORI Diverso è il discorso nella SBK che schiera moto derivate dalla serie: sono sei le Case impegnate ufficialmente nel campionato inventato e promosso dai fratelli Flammini da 25 anni, ma è accaduto l’anno scorso che un team privato abbia vinto il titolo (il team Althea con la Ducati). Nel 2012 ci sono stati sette piloti vittoriosi diversi (Biaggi, Melandri, Checa, Guintoli, Rea, Baz e Laverty) e cinque dei sei marchi (solo la Suzuki non c’è riuscita). C’è un livellamento prestazionale che rende ogni appuntamento molto spettacolare e ricco di sorpassi. Il successo finale si è risolto a favore di Max Biaggi di appena mezzo punto! A livello televisivo è stata La7 la culla della SBK: l’anno prossimo il prodotto passerà a Mediaset. STESSO PROMOTORE, STESSA TV Ci troveremo di fronte ad un fatto curioso: i due campionati avranno lo stesso promotore e lo stesso brodcaster televisivo, la Tv di Berlusconi. E allora cosa è lecito attendersi? Certamente un 2013 di transizione per definire un futuro più delineato. Ezpeleta metterà degli uomini di sua fiducia al vertice della SBK, ma i Flammini si sono resi disponibili a lasciare la loro struttura per garantire la continuità della categoria (fino ad oggi era attivo uno staff di 70 persone). FLAMMINI PUNTA ALLA SUPERSTARS Il promotore romano che ha intenzione di far crescere la Superstars, il campionato equivalente della SBK a quattro ruote, è pronto a potenziare la struttura con alcune figure che erano la spina dorsale della struttura Superbike, ma non vuole creare tensioni in un gruppo di lavoro che sta già facendo molto bene. E gli altri? Resteranno per un anno nel campionato delle derivate. E poi? UN SOLO CAMPIONATO La Dorna non sembra interessata a creare una struttura parallela a quella della MotoGP: sono cambiamenti che non si fanno in pochi giorni. I bene informati, quindi, suggeriscono che Carmelo Ezpeleta abbia in testa un quadro molto chiaro: creare un unico campionato, magari già dal 2014. COABITAZIONE MOMENTANEA Chi ci ha dato delle anticipazioni ha delineato uno scenario molto lucido: portare nel contenitore del Motomondiale la SBK. La crisi economica consiglia di razionalizzare gli sforzi e debellare la “guerra” che le due categorie si sono sempre fatte, unendo le forze. Come le MotoGP hanno corso un anno insieme alle 500, niente vieterebbe di studiare un regolamento che permetta la coabitazione delle due anime nello stesso contenitore. CARMELO PENSA AL DOPO VALENTINO Ma attenzione, sarebbero le MotoGP ad uscire gradualmente di scena per lasciare il passo alle derivate di serie che nel futuro non immediato dovrebbero diventare le “regine” delle due ruote. Carmelo Ezpeleta è consapevole che il successo della MotoGP è troppo dipendente da Valentino Rossi. Il manager iberico è stato abile a portare il Dottore alla Yamaha per il prossimo anno, ma deve iniziare a pensare ad un domani senza il campione di Tavullia. Ecco perché starebbe pensando alla rivoluzione copernicana di importare la SBK, trascinando costruttori come BMW, Aprilia e Suzuki nel Motomondiale. LOGICA DI BUSINESS Ovviamente ci sono anche ragioni commerciali: finché i due campionati hanno avuto vita autonoma hanno avuto modo di trovare risorse usando canali molto diversi. Sarà molto più complicato per lo stesso organizzatore dividere il business su due categorie. Tanto più che in ogni sport la serie regina calamita quasi l’ottanta per cento degli investimenti, lasciando al resto solo le briciole. L’esempio lo abbiamo dalla F.1 che nell’automobilismo fagocita gli sponsor più importanti, ma l’unità di misura si desume dal calcio: la Serie A attrae il novanta per cento del business, tant’è che le squadre di Serie B fanno fatica a trovare le risorse per andare avanti. La MotoGP ha il contenitore di successo, ma non lo spettacolo che potrebbe portare la SBK. La fusione, quindi, è una prospettiva molto concreta. LA DISCUSSIONE E’ APERTA… Sappiamo già che questa eventualità non soddisferà nessuno dei tifosi di una parte o dell’altra, ma crediamo che sia giusto aprire il dibattito, perché il futuro è già dietro l’angolo e forse è meglio cominciare ad abituarsi all’idea. Indipendentemente da quanto verrà rivelato in questi giorni dalla Dorna…

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