Un chiodo. Quello che non avremmo più voluto vedere in una prova speciale. Eccolo: lo abbiamo fotografato prima che venisse portato al collegio dei commissari sportivi del rally San Martino di Castrozza.
Sarebbe stato consegnato da uno spettatore ad un commissario dell'ultima speciale Val Malene dove
Umberto Scandola ha patito la doppia foratura che gli è costata il ritiro. E ne sarebbero stati raccolti altri tre chilometri dopo lo start della prova finale.
Il mondo dei rally italiano piomba in un clima pessimo. Questo episodio si somma al sabotaggio patito da
Matteo Gamba, che non è potuto uscire dal parco chiuso per il taglio della connessione alla centralina. Vergognoso!
C'è chi collega questo fattaccio al furto che proprio il team Balbosca aveva patito al San Marino. C'è stata una denuncia e agiranno gli inquirenti, mentre la CSAI ha aperto un'inchiesta. Speriamo che si riesca a fare chiarezza e non finisca come tutte le cose italiane. Nel niente.
Guido d'Amore, navigatore di Scandola, a caldo ha dichiarato al collega
Guido Rancati che i
l ritiro della Skoda Fabia non era dovuto ai chiodi, ma ad un problema alle gomme. I danni alle coperture non erano sul battistrada, ma sulla spalla. Ora le immagini testimoniano che c'era dell'altro. Dove si sono rovinate quelle coperture? Sarebbe stato giusto portarle in visione ai commissari tecnici e sportivi subito dopo l'accaduto. Peccato non sia stato fatto.
Ero all'Hospitality Peugeot quando la squadra di Paolo Andreucci era ormai rassegnata al secondo posto del pilota toscano, dopo la rottura in sequenza del freno a mano al Manghen e dell'idroguida a Val Malene.
Verrebbe da pensare che i primi a beneficiare dello stop di Scandola siano stati proprio gli uomini della Casa francese. Ma basta avere un po' di sale in zucca per capire che un marchio blasonato come la Peugeot non ha bisogno di questi mezzi vigliacchi per vincere il settimo titolo tricolore.
E allora emerge un malessere che rischia di mettere tutti contro tutti in un ambiente che non è molto coeso, che non fa sistema per tirare a campare, ma anzi si sfilaccia molto facilmente senza cercare il bene comune.
Paolo Andreucci, pilota Peugeot e vincitore della gara dopo lo stop forzato di Scandola, chiede una maggiore presenza dei commissari sulle strade:
"Servono dei deterrenti - racconta il campione italiano in carica -
e so cosa sta provando Umberto perché l'ho vissuto pure io. Si potrebbero mettere dei commissari a vista che possono avere il controllo sulla speciale".
E' un'idea e va valutata, ma chi restituirà il primo successo tricolore a Umberto Scandola? Un esponente della CSAI sostiene che la gara poteva essere congelata al Manghen se la Skoda Fabia avesse provato a completare la corsa, fornendo prova del sabotaggio.
Sempre D'Amore sostiene che non aveva senso percorrere 23 km con una gomma a terra (in macchina avevano solo una ruota di scorta e le gomme forate erano due) perché avrebbero rischiato di danneggiare la vettura.
Ciascuno dice cose sensate, ma non si capisce che se non si trova una soluzione sono i rally a rimetterci: una gara splendida come il
San Martino di Castrozza è stata umiliata dall'esiguo numero dei partenti e mortificata dagli episodi che hanno intossicato una corsa che è stata splendida dal punto di vista sportivo, agonistico e tecnico.
La sfida sul filo dei decimi fra la Fabia e la 207 è stata entusiasmante, ma è stata spazzata via da atti criminali. Se si continuerà così si rischia di avvelenare i pozzi dove ci si abbevera...
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