Per
Ben Spies probabilmente non sarà facile concludere serenamente la stagione 2012 della
MotoGp. Da diverse settimane il pilota americano ha annunciato la sua separazione dalla
Yamaha a fine campionato e, a quanto pare, mancherebbe solo l'ufficializzazione del suo ritorno in
Superbike con la
BMW. Nel frattempo però nel box della Casa di Iwata si sarebbero create delle tensioni non indifferenti nei confronti di
"Texas Terror".
E' stato lui stesso ad ammetterlo dopo il weekend di
Indianapolis: "
Qualcuno della Yamaha mi aveva detto che se non avessi dato il 100% a Laguna Seca, potevo anche non presentarmi. Però sono andato, ho fato il massimo e la moto ha accusato un cedimento. Poi anche qui ho cercato di fare il massimo e c'è stata un'altra rottura meccanica. Non voglio fare nomi, ma si, era qualcuno piuttosto in alto. E' frustrante, ma è una situazione che mi fa quasi venire da ridere. Non mi sono ancora arreso".
Nonostante queste incomprensioni,
Ben crede ancora nella buona fede della sua squadra: "
So che il mio team è al 100% con me, lo vedo. La moto è stata veloce negli ultimi due weekend. Non mi piace solo quello che mi è stato detto. Non voglio dire che la Yamaha ha sbagliato, ma credo che si sia trattato soprattutto di sfortuna. Però non so perchè i guai siano capitati sempre a me".
Inevitabilmente, dopo una dichiarazione di questo genere, è scattata la caccia al nome del fantomatico personaggio che avrebbe accusato
Spies di scarso impegno e in molti hanno iniziato a puntare il dito contro
Lin Jarvis. Il pilota americano, dunque, ha ripreso l'argomento su
Twitter, spiegando che non era stato lui ad avere questa uscita poco felice.
"
Nel corso del weekend ho parlato di tensione all'interno del team e di alcune cose che mi erano state dette. Alcuni però hanno tratto delle conclusioni sbagliate. Nel team ci sono molte persone che sono dalla mia parte e tra queste c'è sicuramente Lin Jarvis, che mi ha sempre seguito da quando sono arrivato in Yamaha" ha twittato ieri sera.
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