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Davidson: "Dopo il botto ho avuto una crisi di panico"

L'inglese racconta il drammatico incidente con la Ferrari in cui si è rotto due vertebre

Davidson:
Anthony Davidson resterà in ospedale fino a mercoledì, poi potrà iniziare le terapie di riabilitazione a seguito delle due vertebre rotte nel terribile incidente che lo ha visto protagonista al volante della Toyota HYBRID TS030 che è stata urtata dalla Ferrari 458 di Piergiuseppe Perazzini. La robustezza della biposto progettata e realizzataalla Toyota Motorsport i Colonia, ha protetto Anthony da guai maggiori. Pare che a seguito delle prime analisi il telaio sia integro e potrà essere riutilizzato. Come si sente dopo il terribile volo? “Mi sento meglio, questo è sicuro, ma ho ancora male a metà della schiena, ma per come è stato l'incidente posso dire che ho avuto fortuna”. Qual è la diagnosi definitiva? “Si sono rotte due vertebre, T11 e T12. I medici mi dicono che il tempo medio di recupero per una persona normale è di tre mesi, ma non per un pilota professionista. Questo è il tempo che ci vuole per tornare forte come prima. Ci vorranno tre settimane perché scompaia completamente il dolore e possa riavere la piena mobilità”. Cosa ha causato l'incidente? ”Ho superato una Corvette e una Ferrari con l'adesivo PRO. Stavano combattendo l'un l'altro e poi ho raggiunto un'altra 458 che faceva parte del loro gruppo e quindi pensavo fosse guidata da un altro pilota professionista. La macchina era completamente a sinistra, nella giusta traiettoria per concermi di passare. È stato solo quando l'ho superato ho capito che la Rossa era guidata da un gentleman driver, ma ancora non mi sono allarmato perché era nel posto giusto e pensavo che sarebbe rimasto a sinistra. Ho iniziato la staccata e mi era quasi con la coda quando ho sentito il contatto sul lato posteriore sinistro”. E cosa è successo allora? ”La macchina si è impennata e si è capottata. Mi sentivo come in un aereo fuori controllo. Sapevo quanto fossero vicine le barriere considerata la velocità a cui viaggiavo e sapevo che sarebbe arrivato lo schianto contro le barriere. È stata una sensazione terrificante. Ho sentito un pugno violentissimo dietro alla schiena quando la vettura è atterrata sulle quattro ruote. Ho chiuso gli occhi e staccato le mani dal volante e un attimo dopo mi sono schiantato nelle barriere”. Qual è stata la sensazione subito dopo? “Ho riaperto gli occhi e ho capito che era ancora al mondo, anche se dolorante. Potevo muovere i piedi e non avvertivo dei danni. So che sarei dovuto restare in macchina, in particolare con il mal di schiena, ma mi ha preso un attacco di panico e di claustrofobia, ho dovuto uscire dalla macchina. È stata davvero una brutta sensazione. Ho spinta la portiera che era aperta e mi sono allungato sulla fiancate in attesa dei medici”. Ha ricevuto la visita dei compagni di squadra? ”Sono venuti tutti: Stéphane e Sébastien ieri sera, e i ragazzi della macchina numero 7 sono apparsi questa mattina. È stato un bel gesto che Bourdais, mio compagno l'anno scorso, sia venuto al centro medico. È stato bello vedere un volto amico in quel momento. E tutta la squadra ha voluto salutarmi per vedere come stavo”.

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