Viste dall’aereo le Ande offrono un susseguirsi di scorci mozzafiato. Le rocce, come stritolate dalle mani di un gigante, si stagliano contro l’azzurro del cielo come un’incredibile tavolozza di colori dalle infinite sfumature di rosso e ocra. A terra, per i piloti impegnati nella terza tappa della
Dakar, la realtà è molto meno poetica: piste rapidissime con molti tratti rotti, continui saliscendi con un picco di 3.500 metri, terreno roccioso con attraversamento di fiumi. Le torride temperature e l’altitudine hanno messo a dura prova moto e piloti, mentre la pioggia, caduta nei giorni scorsi, ha disintegrato alcune piste tanto che i piloti si sono trovati ad affrontare oued e fiumi non segnalati, anche per tratti molto lunghi.
I meccanici del
Team Bordone Ferrari hanno lavorato fino a tarda notte per mettere a punto le moto, cambiando, tra le altre cose, il setting della carburazione per affrontare al meglio l’altitudine. Il segreto per questa tappa così tecnica e fisica era capire quando poter aprire il gas e quando economizzare la moto e le forze.
Continuano con un buon ritmo i piloti Bordone Ferarri. Ottima prestazione per
Gerard Farres, nono a 18’19" da
Cyril Despres che ha firmato la tappa San Juan–San Rafael davanti a Frans Verhoeven e Paulo Goncalves. Bene anche
Jordi Villadoms, 12° ad un minuto dal compagno di squadra e sempre nella top ten nella classifica generale.
Alessandro Botturi, il migliore degli italiani, è stabile in 14° posizione, mentre
Paolo Ceci è finito solo 32°, perché fisicamente ha sofferto particolarmente dell’altitudine.
Gerard Farres: “
Il primo tratto era molto veloce e, a causa del caldo e l’altitudine, la moto non era veloce come avrei voluto. Dopo il CP1 la navigazione si è fatta difficile e la guida fisicamente molto impegnativa. Abbiamo attraversato un fiume per quasi trenta chilometri, c’era molta acqua e il fondo era roccioso. All’inizio ero arrabbiato perché la moto non era abbastanza veloce. Posso però dirmi contento perché non ho fatto errori, ho navigato bene e questo mi ha permesso di recuperare posizioni e minuti preziosi”.
Jordi Villadoms: “
Mi è piaciuta molto questa speciale perché era molto tecnica e impegnativa. Fino al rifornimento abbiamo avuto ancora problemi con la carburazione e non riuscivo a prendere velocità. Dopo sono riuscito a migliorare ed ho preso il mio passo. Solo alla fine ho finito le pastiglie dei freni e questo mi ha rallentato un po’. Il ritmo dei primi tre è impressionante e al momento non riesco a stare con loro, mentre sono vicino al gruppo con cui conto di giocarmela”.
Alessandro Botturi: “
Ho fatto tutta la gara da solo, è stata una speciale molto fisica e navigata. Soprattutto la seconda parte era molto selettiva perché il terreno era insidioso e con tante pietre. Avrei potuto andar più veloce, ma ho preferito non prendere troppi rischi. Sto ancora imparando questa nuova disciplina, compresa la posizione in guida. Oggi infatti ho guidato molto più in carena e con il peso più spostato indietro. Non ho sofferto particolarmente l’altitudine, ma oggi ho fatto un proposito: per la prossima Dakar devo dimagrire almeno 10 chili!”.
Paolo Ceci: “
E’ stata durissima per me, sono esausto. Fino al rifornimento avevo guadagnato posizioni, la carburazione della moto era ancora un po’ grassa ma avevo preso un bel ritmo, poi quando abbiamo iniziato a salire, la situazione si è complicata. Ho sofferto molto per l’altitudine. Mi girava tantissimo la testa, perdevo la concentrazione e sono caduto 7-8 volte da fermo. Ho cercato di mantenere la calma e di finire nella migliore posizione possibile. La guida nel fiume è stata particolarmente impegnativa, tutta da prima e seconda marcia".
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